Enrico Franceschini, la Repubblica 11/1/2013, 11 gennaio 2013
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA
C’è una nuova attrazione in città. Anzi, in Europa. Il nostro continente ha infatti un nuovo tetto, e a differenza di una montagna possiamo salirci sopra tutti. Pagando, s’intende, ma è così che funziona l’industria della cultura e dello spettacolo. Per primi ci siamo saliti noi giornalisti, e un altro vantaggio, rispetto a scalatori e alpinisti, è che si fa in fretta, maledettamente in fretta: 60 secondi per arrivare a 244 metri d’altezza. Un minuto per raggiungere il più alto punto d’osservazione di ogni edificio pubblico europeo. Si chiama “The view from the Shard”, e la vista, di lassù, è effettivamente mozzafiato: come ritrovarsi tra le nuvole, sopra il cielo di Londra, quasi sulla punta del grattacielo disegnato dal nostro Renzo Piano e finanziato dallo stesso investitore che negli ultimi anni si è comprato i grandi magazzini Harrods e il Paris St. Germain di football, per citare due voci della lista dello shopping dell’emiro del Qatar.
“Shard” vuol dire scheggia, ed è stato lo stesso Piano a battezzarlo così, quando era ancora in fase di progettazione: disse che avrebbe voluto far sorgere su questa riva meridionale del Tamigi una “scheggia di vetro” in grado di riflettere tutto quello che aveva intorno. E fin dall’inizio il grande architetto italiano, nel pensare a questa ardita torre
di cristallo, immaginava che sul “tetto”, per così dire visto che questo grattacielo finisce con una spirale e non ne ha uno, dovesse esserci qualcosa di speciale. «Londra è una città che ispira l’immaginazione», dice Piano. «Quando abbiamo disegnato lo Shard, un osservatorio ha fatto parte dei nostri piani fin da subito. Volevamo creare uno spazio pubblico che la gente potesse visitare per vivere questo edificio in modo differente. Il 72esimo piano è un esempio meraviglioso di un simile concetto, ritrovarsi all’aria aperta nell’ultimo piano abitabile del grattacielo (che arriva in tutto a 87 piani ovvero 310 metri,
ndr),
circondati da schegge di vetro così come dalla vista, dai suoni, dagli elementi della città che sta sotto. Un modo di essere sopra la città ma anche dentro di essa».
Un modo di scoprire se uno soffre di vertigini, pure, ma è fatto in maniera da non far girare troppo la testa ai visitatori. L’osservatorio comincia al 68esimo piano, che è completamente al
chiuso, con pareti-finestra da cui si gode una visuale a 360 gradi su Londra: là sotto ci sono il Tower Bridge e il Big Ben, il nuovo stadio Olimpico dei Giochi dell’estate scorsa e quello di Wembley, la cattedrale di St. Paul e Buckingham Palace, il Tamigi che scorre sinuoso verso il mare, e si dice che nei giorni di buona visibilità si possa vedere perfino il mare, o così sosteneva uno degli operai nella cabina della gru un po’ più alta del grattacielo, uno che le vertigini evidentemente non le ha mai avute. Come sembra piccolina, di quassù, “The Eye”, la grande ruota panoramica sul fiume sottostante. Al 68esimo piano ci sono anche una dozzina di telescopi digitali come in Europa non si erano mai visti: non importa guardare dentro un binocolo, basta fissare lo schermo per vedere il pezzo di Londra inquadrata,
e spingendo un pulsante si può vedere com’è anche all’alba, al tramonto, di notte. Poi, salendo a piedi per le scale, volendo si arriva al 72esimo piano, che è parzialmente protetto da vetrate ma a contatto con pezzi di aria e di cielo: eppure anche da lì, guardandosi la punta dei piedi e poi più in giù, non viene la tremarella. Forse perché fuori dalle vetrate ci sono dei pulisci- vetri che le lavano con la spugna, attaccati a una passerella con un gancio: e se non hanno paura loro, come possiamo avercela noi cronisti?Lo Shard contiene un sacco di altra roba: uffici, appartamenti, un albergo a 5 stelle, ristoranti, una spa, negozi (incluso quello più alto di Londra, che vende appunto libri e souvenir sull’osservatorio). Contiene anche un quartiere, London Bridge, che grazie all’investimento miliardario
nel grattacielo si sta completamente rigenerando, con iniziative volte a creare giardini, passeggiate, spazi pubblici gratuiti. Dopo Canary Wharf (la nuova cittadella finanziaria, stile New York) e il Parco Olimpico, è un’altra zona di Londra che rinasce e ci sono tanti motivi per visitarla (uno è lo splendido Borough Market, il mercato alimentare, proprio dietro lo Shard). Ma se tra qualche settimana notate da queste parti una lunga fila di gente, sappiate che non fanno la coda per il bus: saranno venuti a vedere l’ultima attrazione di Londra (apre al pubblico l’1 febbraio), l’osservatorio tra le nuvole che fa concorrenza alla Torre Eiffel, il nuovo tetto d’Europa. Firmato da un italiano, tanto per dimostrare che non siamo solo il paese della
torre pendente.