Francesco Specchia, Libero 10/1/2013, 10 gennaio 2013
SENSORI E WI-FI, LA MANO DIVENTA CARTA DI CREDITO
Le mani sulla cassa (continua). Il bancomat che pare un bancone dell’Avis. Il denaro che defluisce dal conto corrente assieme al flusso sanguigno e a carichi vaganti di emoglobina. Fantascientifico. Lo scenario dei prelievi bancari prossimi venturi ha un che di fantascientifico.
Specie se di considera che -già da qualche mese- in un ex caveau di Unicredit a Milano, si sta sviluppando un nuovo sistema di riconoscimento biometrico basato unicamente su una mano. Una mano che passa sopra, sfiorandolo soltanto, a un sensore ad infrarossi. Il sensore è chiamato Papillon, «farfalla» in onore di Jean Dominique Bauby, il cronista che dopo un ictus riusciva a comunicare unicamente attraverso un impercettibile movimento della palpebra sinistra (un’avventura umana straordinaria che ispirò il film di Julian Schnabel, Lo scafandro e la farfalla).
Di Papillon la rivista Wired Italia rivendica il carattere di esperimento affascinante e terribile, simile a un altro aggeggi, il Dream brain ossia il casco «che legge la mente». La differenza è che quest’ultimo, finendo in mani militari potrebbe eruttare più danni che sogni. Papillon invece è, in pratica l’ultima frontiera della comunicazione wi-fi, attraverso la mano, l’arto primigenio che si trova, antropologicamente, alla base di ogni attività commerciale. Papillon potrebbe già essere offerto al grande pubblico nel 2013. Funziona così, in tre mosse. Primo: entri in banca, disegni un arabesco nell’aria a 5 centimetri dal bancomat. Secondo: la macchina ti riconosce in meno di un secondo, misurandoti all’istante geometria delle vene della mano, flusso sanguigno e attività dell’emoglobina (la molecola che porta l’ossigeno permettendoti di attestare che sei vivo, e che quello sott’esame non sia l’arto di un cadavere...). Terzo: con una probabilità di errore di una su 20 milioni, l’aggeggio può permetterti di fare tutte le operazioni bancarie possibili, svincolandoti da contante, carta di credito, pin e, perfino cellulari Nfc d’ultima generazione che già ti consentono a distanza di operare sul tuo conto corrente, anche attraverso i social network.
Papillon pare sia un’intuizione di un’efficacia mostruosa. Ed è molto molto meno invasivo di un esame retino. C’è anche quasi qualcosa di mistico nell’osservare lo schema geometrico e stilizzato della mano disegnata da Papillon: sembra di trovarsi dinnanzi a una sorta di manifesto chiromantico attraversato a ragnatela da una serie di linee dell’amore e della fortuna, roba che odora di sciamani e di peyote.
«Papillon è un salto di paradigma rispetto a sistemi come carte di credito e cellulari, riconosce l’individuo stesso nel pieno rispetto della privacy», commenta a Wired Federico Ghizzoni, ad di Unicredit che in queste e altre tecnologie ha investito ben due milioni di euro. Tra l’altro, l’utilizzo bancario è solo uno dei tanti possibili. E non solo perché in questo periodo mancano i soldi. Può essere usato nel campo della sicurezza, o nella gestione delle degenze ospedaliere, per dire. Una carezza cibernetica in un pugno.