Alessandro Alviani, La Stampa 10/1/2013, 10 gennaio 2013
POLA KINSKI: “VIOLENTATA PER ANNI DA MIO PADRE KLAUS”
È l’attore tedesco che più di ogni altro ha incarnato fino all’estremo il binomio genio-sregolatezza: è entrato nell’immaginario collettivo con le sue interpretazioni di criminali e personaggi al limite della follia, è rimasto celebre per i suoi accessi di collera o per gli insulti urlati a colleghi e registi, a 24 anni è finito per tre giorni in una clinica psichiatrica per presunta psicopatia. Il lato più oscuro di Klaus Kinski, l’ enfant terrible del cinema tedesco, era rimasto però finora nascosto. È riemerso ieri, a oltre vent’anni dalla sua morte. A rivelarlo la figlia maggiore, Pola, al settimanale Stern : suo padre l’ha violentata per oltre un decennio. Ha iniziato quando lei era ancora una bambina, a 5 anni, e ha smesso quando ormai era una donna, a 19. «Non badava a niente, neanche al fatto che spesso mi sono opposta e ho detto: “non voglio”. Non gli importava nulla, si prendeva semplicemente quello che voleva», ha detto Pola, che oggi ha 60 anni.
A tre anni suo padre e sua madre, la cantante Gislinde Kühlbeck, divorziarono. Lei andò a vivere dalla madre, ma poi, quando questa conobbe un altro uomo, iniziò a sentirsi non più amata. Una situazione sfruttata dal padre: Pola si trasferì da lui e lo seguì a Berlino, Roma, Madrid. Kinski, scrive Stern , «la sgridò, la gettò contro il muro, la violentò e la ricoprì di lusso». «Si concesse un piccolo oggetto sessuale adagiato su un cuscino di seta», spiega la donna, che confessa di aver vissuto tutta l’infanzia nel terrore dell’ira di suo padre. «Quando l’ho visto nei film ho sempre pensato che fosse esattamente come a casa». In fondo, è la sua conclusione, «ha abusato di tutti, non ha mai rispettato le altre persone».
Pola Kinski, che ha lavorato con successo come attrice di teatro ma ha presto lasciato questo mestiere, ha raccontato la sua infanzia e gioventù in un libro che uscirà a breve in Germania. L’ho scritto per oppormi all’onnipresente «divinizzazione» di mio padre, ha notato: «non ce la facevo più a sentire: “Tuo padre! Fantastico! Un genio! Mi è sempre piaciuto! Da quando è morto questa divinizzazione è peggiorata». Il libro si chiama Kindermund (letteralmente: Bocca di bambino ), un titolo che sembra ricordare da lontano quello dell’autobiografia di Kinski, Ich bin so wild nach deinem Erdbeermund («Sono pazzo della tua bocca di fragola»), uscito nel 1975. Un libro in cui Kinski racconta - non si sa quanto fedelmente alla realtà - di aver avuto anche rapporti sessuali con delle quattordicenni.
In passato sono già circolate voci secondo cui Kinski avrebbe violentato anche la figlia secondogenita (nata da un altro matrimonio), l’attrice Nastassja Kinski. Nel 1999 una giornalista del Guardian le chiese se suo padre avesse abusato di lei: «No, non nel senso che intende Lei – rispose Nastassja Kinski -, ma in altri modi sì».