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 2013  gennaio 09 Mercoledì calendario

IL MINISTRO DELLE TASSE INDAGATO PER EVASIONE

[Intercettato al telefono Cahuzac, l’uomo del rigore: «Che grana quel conto in Svizzera». E scoppia la bufera] –
Ci mancava solo questa a turbare i propositi ottimisti di
monsieur le président per il nuo­vo anno. La notizia ha il sapore di una beffa e potrebbe pure es­sere un pacco-dono rifilato da una moglie imbufalita in piena guerra dei Roses (ma non è Valérie) o semplicemente la vendetta servita a distanza di tempo da qualche nemico, ma lo scandalo esploso ieri in Fran­cia è tanto clamoroso quanto paradossale:la Procura di Pari­gi ha apert­o un’indagine a cari­co del ministro del Bilancio Jérô me Cahuzac per verificare se abbia davvero detenuto un conto segreto in Svizzera come de­nunciato dal sito di informazio­ne Mediapart a inizio dicem­bre. L’ipotesi di reato è «occul­tamento di frode fiscale».
A pochi giornidall’appello di unità lanciato al suo governo polifonico, mentre i riflettori so­no ancora accesi sul caso De­pardieu in fu­ga dalla super­tassa anti-ric­chi della gauche , quando la bocciatura del provvedi­mento da par­te della Corte Costituziona­le brucia anco­ra insieme con le accuse di improvvisazio­ne mosse al capo dello Stato e al suo entourage, un’altra tegola piomba sulla testa di François Hollande e rischia di far inabis­sare nei sondag­gi il leader socia­lista già ai minimi e di offuscare ulteriormente la sua immagi­ne. Perché il ministro Cahuzac - chirurgo estetico e proprieta­rio di una nota clinica parigina specializzata in microtrapianti del capello- è stato finora il «pa­dre del rigore »,«il paladino dell’ortodossia di bilancio », il catti­vo che con i suoi «no» tiene drit­ta la barra economica, il tirchio che scoccia i ministri ma con­vince gli elettori. D’un colpo la sua immagine è nella polvere, almeno per ora, mentre lui pro­mette da settimane e ha ribadi­to ieri - dopo due querele per diffamazione contro Media­part e una lettera del sito che chiedeva alla Procura l’apertura dell’inchiesta ­ che «dimo­strerà la com­pleta innocen­za rispetto al­le assurde ac­cuse di cui è oggetto».
Lo scanda­lo è degno dei migliori intrecci alla francese. Politica, soldi, donne e lo spettro di molte ven­dette sullo sfondo. C’è un con­to presso la Ubs di Ginevra- denunciano i media - che Cahu­zac avrebbe posseduto fino al 2010 (anno della sua nomina a presidente della Commissione Finanze dell’ Assemblée ) senza mai dichiarare nulla al fisco e poi svuotato per trasferire tutto in una banca di Singapore. C’è un agente del fisco, Rémy Gar­nier, detto «Colombo» - dal qua­le è partita l’inchiesta giornali­stica anche se lui nega di essere la fonte dello scandalo- che de­nuncia come il fine ultimo del conto sarebbe stato l’acquisto di un appartamento di 210 me­tri quadri, valore 6 milioni e mezzo di franchi, pagati in contanti a inizio carriera. «Colom­bo », oggi in pensione dopo aver lavorato per anni nella cir­coscrizione di Cahuzac ( tra l’al­tro sindaco di Villeneuve-sur-Lot fino alla nomina a mini­stro), avrebbe scritto tutto su un rapporto del 2008, forse infu­riato per l’intervento politico a favore di un’azienda pizzicata dal fisco. Il suo legale è l’ex sin­daco di Villeneuve battuto pro­prio da Cahuzac nel 2001. C’è una donna, la moglie del mini­stro Patricia, dermatologa, che è in causa di divorzio e in lotta col marito sull’appartamento, per il quale ha scatenato una se­rie di detective. C’è la legale di lei, Isabelle Copé, che è sorella di Jean François, il segretario proclamato dell’Ump all’oppo­sizione e al centro di una fortis­sima contestazione dopo le pri­marie­ flop del centrodestra. C’è infine «la prova» sulla qua­le Mediapart basa le «accuse»: una telefonata registrata a insa­puta dei protagonisti (secondo Cahuzac proprio dal sindaco sconfitto) in cui - è la fine del 2000 - una voce che Mediapart considera quella del ministro (ma per qualcun altro difficil­mente identificabile) chiama un interlocutore sconosciuto per dirgli: «Quello che mi scoc­cia è che ho ancora un conto aperto all’Ubs, ma non c’è più niente lì, vero? Mi fa cac... avere un conto lì, l’Ubs non è proprio una delle banche più discre­te... Non è escluso che diventi sindaco a marzo, perciò ci ten­go proprio a che non ci sia la mi­nima ambiguità». Quanto ba­sta per far sospettare di ogni mi­nima ambiguità.