Marco Franchi, il Fatto Quotidiano 9/1/2013, 9 gennaio 2013
GENERALI SI SVENA: 2,5 MILIARDI AL SOCIO CECO
[Lo scontro sull’operazione Ppf era stato all’origine della caduta di Cesare Geronzi da presidente] –
Per Cesare Geronzi le assicurazioni Generali sono come “una mucca speciale dalle cento mammelle. Tutti credono di poterne trovare una alla quale attaccarsi nella convinzione che ci sia sempre del latte per tutti”. Così si legge in Confiteor, il libro-intervista con Massimo Mucchetti dell’ex banchiere che dedica molte pagine agli “intrecci opachi tra management e taluni azionisti” del Leone di Trieste. A cominciare dalla joint venture con il gruppo Ppf dell’oligarca ceco Petr Kellner nata nel 2007. E morta ieri con l’acquisto da parte della compagnia triestina del 49% della società. Entro il 2014 Kellner incasserà in due tranche 2,5 miliardi di euro. Non solo. Prima dell’esecuzione della prima rata, verrà distribuito un dividendo di 352 milioni che fa salire l’incasso complessivo della società ceca a circa 2,7 miliardi. Un bel colpo considerando che il gruppo di Kellner nel 2011 ha registrato (solo) 314 milioni di utili. E che l’accordo prevede anche la cessione da parte di Generali a Ppf delle attività assicurative di credito al consumo in Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan per 80 milioni. Per le Generali l’operazione allontana il pericolo di dover chiedere soldi ai grandi soci e al mercato per digerire in una sola volta il divorzio da Ppf a giugno 2014. Ma soprattutto consente al nuovo amministratore delegato, Mario Greco, di chiudere un conto con il passato prima della presentazione del nuovo piano strategico a Londra, fissata per lunedì 14 gennaio.
Del resto, è stato proprio l’affaire Kellner a scatenare il terremoto di potere a Trieste che ha portato alla defenestrazione dell’ex ad Giovanni Perissinotto e all’arrivo di Greco. L’intricata vicenda ha inizio nel 2007 quando il Leone, guidato allora da Perissinotto, e l’oligarca ceco mettono insieme le rispettive attività assicurative nell’Est Europa dando vita a Generali Ppf Holding (Gph): Generali ne possiede il 51% ma Kellner ottiene in cambio di incassare subito un mega assegno, da 1,1 miliardi di euro. Nel 2010 il legame si rafforza: l’imprenditore sborsa 500 milioni per rastrellare il 2% del Leone ed entra in cda. Prometterà di salire anche al 5%, ma non lo farà mai. Un attivismo che lo rendono sospetto ad alcuni azionisti, come Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone. Ma soprattutto a Cesare Geronzi, arrivato in quei mesi a Trieste come presidente, che mette subito nel mirino l’alleanza con Ppf gestita da Perissinotto. “I problemi impliciti di questo intreccio transnazionale – racconta lo stesso Geronzi in Confiteor – diventano conclamati il 24 settembre del 2010 quando l’Isvap manda al presidente e all’ad delle Generali una lettera per chiedere notizie sui rapporti con l’azionista Kellner”. Si vuole capire perché Perissinotto aveva cambiato alcune regole di governance per avocare a sé la competenza di alcune operazioni come quella fatta con Kellner. La Vigilanza convoca a Roma per chiarimenti il direttore generale della compagnia, Raffaele Agrusti, e due mesi dopo formula rilievi “imbarazzanti”, ricorda Geronzi. E aggiunge che nel 2009 gli accordi con Ppf erano stati modificati dal comitato esecutivo dando solo “un’informativa iniziale al consiglio” e senza investirne il comitato per il controllo interno. Insomma, “il consiglio ratifica, forse senza sapere bene cosa stia approvando”.
NEL MARZO 2011 la situazione capitola con Geronzi che dentro la compagnia alimenta i dubbi sulla convenienza dell’operazione stretta con Ppf, con i francesi capitanati da Bollorè che in cda si astengono sui conti del gruppo e con Tarak Ben Ammar che in tv ventila addirittura l’ipotesi di un «falso in bilancio». E poi sul mercato, con l’Isvap che chiede altri chiarimenti sui rischi per i bilanci di Generali dell’operazione Ppf. In quelle stesse settimane L’Espresso rivela che Kellner, fin dal 2008, si è fatto anticipare dalle banche i 2,5 miliardi che il gruppo italiano avrebbe dovuto versargli nel 2014 per acquistare il 49% della joint venture che ancora gli mancava. In pratica Greco ha chiuso la partita con Ppf ieri, ma Kellner quei soldi li ha già incassati da anni. Alla faccia della “mucca dalle cento mammelle”, direbbe Geronzi.