Roberto Giardina, ItaliaOggi 9/1/2013, 9 gennaio 2013
SEMPRE PIÙ, I TEDESCHI SOLITARI
[Non per tutti è una scelta, due mln sono oltre gli 80] –
I tedeschi, un popolo di solitari. I singles sono tanti, e diventano sempre di più. Erano 11 milioni e 400mila nel 1991, l’anno dopo la riunificazione, oggi sono circa 16 milioni su una popolazione di 82 milioni. In percentuale, il 19%, quasi uno su cinque. La Germania è superata solo dalla Svezia, con il 24 %, alla pari con la Finlandia, davanti alla Francia con il 15%, la Gran Bretagna con il 14%, ma in Grecia si scende all’11%, e in Portogallo al 7%.
Si sa, i latini amano ancora la famiglia. In Italia i single sono sette milioni, il 39% in più rispetto a dieci anni fa, ma sono soprattutto giovani. Lo stipendio, sempre che ci sia, non basta a crearsi una famiglia.
Solo Hannover con il 33 % di singles supera Berlino, ferma al 31%. Inutile precisare che la solitudine è più diffusa nelle grandi città che in provincia o in campagna. Ma, in genere, secondo i sondaggi di opinione, i single non si lamentano del loro stato. Preferiscono vivere da soli, pur avendo molti amici. Essere single è considerato un vantaggio. Sono gli altri ad accusarli di egoismo.
La situazione cambia se si rimane soli non per libera scelta. Due milioni di single, scrive Der Spiegel, hanno più di 80 anni. La loro salute in genere è buona, la generazione delle pantere grigie è in ottima forma, niente di paragonabile con quella dei padri. Sono autosufficienti, vanno a fare la spesa o a teatro, o al cinema, se ne vanno in vacanza, sempre in camera singola. E questi single della terza età godono di entrate per lo meno sufficienti a pagarsi l´affitto o vivono in un appartamento di proprietà. La casa è un privilegio cui non vogliono rinunciare, trasferendosi in un residence per anziani.
L’età media cresce, fra qualche anno questi single dai capelli bianchi saranno il doppio, e cominciano a creare un problema sociale, anche perché sempre meno seniores hanno figli. Il telefono non squilla mai, il partner è morto, oppure si ha un divorzio alle spalle, non si hanno figli, né amici. «I personaggi delle serie Tv», scrive la rivista, «diventano gli unici interlocutori, i compagni ma con cui non si parla». Si scambiano due parole solo con la cassiera al supermarket, o con il guidatore del bus che qui fa anche da bigliettaio. Troppo poco, e si rischia la depressione.
Molti premendo un pulsante possono allarmare il servizio di pronto intervento. Spesso chiamano senza necessità, solo per vedere una faccia nuova, e sentirsi chiedere «come sta?». Gli Johanniter, un’organizzazione di volontari per il pronto soccorso, ricevono tremila chiamate al giorno, ma almeno la metà di chi chiama non ha bisogno di nulla. Anche una solitudine non assoluta è insidiosa: secondo le statistiche, il 20% di chi ha più di 70 anni non ha contatti, oppure al massimo ha una sola persona con cui è in relazione. Solo uno su 4, riceve una visita almeno una volta al mese, il 10% non vede mai nessuno che conosca il suo nome di battesimo.
A Berlino si cerca di far fronte alla situazione. A parte i circoli che offrono gite, serate al cinema o al teatro, visite allo zoo o ai musei, il Verein Freunde alter Menschen (l’associazione amici degli anziani) ha creato un servizio telefonico cui il single può iscriversi: una volta alla settimana chiama uno sconosciuto con cui stringere amicizia e scambiare un paio di chiacchiere. A Monaco, il comune ha un servizio che si preoccupa preventivamente dei single anziani: si sa dove abitano, si va a bussare alla loro porta per controllare con discrezione che tutto sia in ordine. Nella metropoli bavarese sono registrati dodici centenari decisi a vivere da soli fino all’ultimo dei loro giorni, piuttosto che venire ricoverati.