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 2013  gennaio 10 Giovedì calendario

ALITALIA, COLANINNO CONVOCA GLI AZIONISTI

-Presentare un’offerta scritta nero su bianco già sabato o aspettare più saggiamente il dopo elezioni. E’ il dilemma in cui si dibatte Air France. Manca poco, meno di tre giorni al «liberi tutti», la scadenza del vincolo che ha fino ad oggi impedito alla cordata italiana di cedere le proprie quote. In queste ore Parigi è preoccupata delle reazioni politiche in Italia, le cui avvisaglie si sono già manifestate, e da una campagna elettorale in cui il tema dell’italianità può tornare prepotentemente sotto i riflettori. Da qui l’idea di prendersi una pausa di riflessione.
La compagnia francese è infatti convinta che gli azionisti, specialmente i più piccoli, non abbiano alternative è che quindi un allungamento dei tempi non possa pregiudicare in alcun modo l’operazione. Semmai - fa notare un azionista di peso che vuole però restare anonimo - andare per le lunghe non può che favorire Air France, soprattutto in considerazione dei mesi complicati che Alitalia ha di fronte. Insomma, si ragiona, tirare troppo la corda comporterebbe dei rischi concreti, come il deprezzamento della compagnia, un bel peso sulla valutazione finale.
IL NODO AUMENTO
Del resto è noto che sia Intesa Sanpaolo come il gruppo Riva o i Benetton non sono affatto disposti a mettere ancora mano al portafoglio. Preferirebbero monetizzare, evitando di incappare negli strali della campagna elettorale. E’ considerato poco sensato arrivare a una trattativa con l’urgente necessità di ricapitalizzare o con la compagnia che perde colpi sul mercato. Certamente nessuno vuole fare un regalo ai francesi. Tant’è che sabato, salvo sorprese, verrà annunciata ufficialmente la discesa in campo dell’advisor Rothschild. Oggi invece il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, farà il punto con alcuni soci a Milano. C’è da stabilire una linea comune, evitando fughe in avanti, e fissare gli eventuali paletti. Alla blasonata banca d’affari verrà affidato il compito, come anticipato dal Messaggero, di fare scouting, di cercare cioè una o più vettori pronti a fare concorrenza ad Air France. Con un’offerta solida e un programma di sviluppo concreto. L’obiettivo di Intesa e soci è di esplorare tutte le soluzioni, non lasciando nulla di intentato. Di fatto già da una settimana la banca si muove a fari spenti. Il lavoro svolto avrebbe già portato risultati, con due compagnie interessate a studiare il dossier. Una sarebbe Etihad, come più volte anticipato dal Messaggero, l’altra resta misteriosa. Emirates e Lufthansa si sono invece tirate fuori dal gioco.
Per la ricca compagnia di Abu Dhabi sono due le ipotesi che circolano: da un lato un ingresso soft, come socio di minoranza, rispettando così i vincoli imposti dall’Europa. Dall’altra un’entrata sulla scena più spettacolare: per puntare dritto alla cloche del controllo. L’ipotesi allo studio sarebbe di utilizzare una società del Vecchio Continente come grimaldello. Capace di comprare la maggioranza delle azioni e di assumere la leadership, soffiando la promessa sposa ad Air France sul filo di lana.
QUOTA DI MINORANZA
Difficile comunque, ma non impossibile, che Etihad sfidi in campo aperto Air France, con cui ha pure stabilito una serie di accordi commerciali. Più probabile quindi un’intesa, anche se Parigi non crede in questa soluzione. Chi tifa apertamente per i transalpini sono i piloti dell’Alitalia. «Siamo spaventati nel sentire ancora il refrain dell’italianità», taglia corto il presidente dell’Anpac, Giovanni Gagliotto. «Se l’italianità è una coccarda - aggiunge - e poi con un padrone italiano si fanno operare collegamenti Alitalia da aerei e personale rumeno di Carpatair, non siamo d’accordo». E una testimonianza diretta su come le operazioni di fusione possano essere un’opportunità arriva dal presidente dei piloti di Klm, Evert Van Zwol. «Dieci anni fa, Klm era una compagnia indipendente ma oggi non ci sarebbe più se non si fosse decisa per tempo la fusione con Air France».