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 2013  gennaio 09 Mercoledì calendario

OCCHIO ALLA CORSA DI GIANNINO


Per ora è una tendenza. Ma se negli elettori dovesse scattare la sensazione che votando Oscar Giannino non si spreca il voto, su di lui potrebbe partire un lieve smottamento e poi, chissà, una valanga. Le antenne politiche più sensibili lo hanno intercettato e ne sentono il mood soprattutto a Milano e, in genere, nel Nord.
Il direttore di Lorien consulting, Antonio Valente, raccomanda di non incorrere nell’errore di scambiare un potenziale scenario per il consenso effettivo. Tuttavia, anche se l’attuale valore di Fermare il declino, il movimento di Giannino, oggi è del 2% (una cifra comunque già degna di attenzione) ciò che potrebbe esprimere è ben superiore a questa cifra. Lorien ha monitorato Giannino in una fase in cui non era ancora chiara la sua prospettiva di corsa solitaria o di alleanza con Monti (l’ultimo Osservatorio politico nazionale, infatti, è stato chiuso il 2 gennaio). Ma Giannino, spiega Valente, «può contare su un bacino qualificato e qualificante di potenziale elettorato in crescita (circa il 6% ), composto prevalentemente da elettori di centro-destra ancora indecisi sui partiti ma fortemente orientati a Monti». Già, il nodo Monti. L’atteso accordo con il Prof non c’è stato e non è un caso se Monti ieri ha annunciato la candidatura tra le sua file di un pezzo da novanta degli industriali italiani come Alberto Bombassei dopo che Giannino e Corrado Passera, un’altra promessa tradita dell’area montiana, su twitter si erano scambiati i seguenti messaggi. Passera: «L’iniziativa di Giannino e Fermare il declino non possono non far parte del cambiamento che vogliamo». Giannino: «Ha ragione da vendere. L’agenda Monti non va davvero se persino l’ex dg di Confindustria (il riferimento è alla candidatura di Giampaolo Galli ex direttore di viale dell’Astronomia ndr) va con Pier Luigi Bersani». La prova che Giannino, ormai, ha un seguito vero che fa gola a molti sta nel corteggiamento che il giornalista economico più dandy di Italia è costretto a subire. Ieri, uno dei leader della neo-formazione Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, ha suggerito: «Non vedrei nulla di male se Giannino fosse il nostro candidato premier. Giorgia Meloni ed io», riporta il sito di informazione locale piemontese lo Spiffero, «da tempo stiamo parlando con Giannino invitandolo a venire con noi aggregandosi al centro-destra perché penso che se andasse da solo il rischio sarebbe di disperdere le sue idee e le sue capacità. Siamo disponibili se Giannino decidesse di accettare il nostro invito anche a indicarlo come nostro candidato premier». Un’iniziativa che non dev’essere piaciuta a Ignazio La Russa. Comunque Giannino d’ora in poi ci andrà con i piedi di piombo. Dopo la delusione Monti, infatti, è venuta la proposta di Roberto Maroni che, ha rivelato Giannino, due ore prima dell’accordo con Silvio Berlusconi gli ha scritto: «Sto andando a rompere con Berlusconi».