Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 08 Martedì calendario

LA CINA SI COSTRUISCE LE SUE ARMI


Armi sempre più moderne e sofisticate. E soprattutto sempre più «made in China».
Pechino nelle ultime settimane sta svelando al pubblico, attraverso comunicati ufficiali o indiscrezioni ufficiose, una serie di armamenti di ultima generazione. Che si tratti di cacciabombardieri (come il sofisticato J-15), di elicotteri d’attacco o di droni (in numero impressionante e di tutte le dimensioni), queste armi testimoniano, con un messaggio fortemente politico, l’importanza del nuovo programma aeronavale cinese e soprattutto la nuova corsa agli armamenti dell’ex Celeste impero.
«Il cambiamento è stupefacente», rileva un osservatore occidentale al quotidiano francese Le Figaro. «Negli anni Novanta i cinesi non mostravano nulla del loro arsenale, sovente perché ne volevano celare la pochezza. Mentre oggi comunicano a tutto spiano. E ciò significa che essi progrediscono realmente e che sono sempre più sicuri di sé».
E che, al di là dell’aspetto tecnologico, essi intendono inviare ai paesi della regione e agli Stati Uniti dei segnali forti e chiari sulla crescita della potenza militare cinese. Per esempio, gli appontaggi dei cacciabombardieri sulla nuova portaerei Liaoning sono abbondantemente ripresi e trasmessi, proprio in piena crisi marittima cino-giapponese. Mentre il caccia J-20 ha effettuato il suo primo volo l’anno scorso, giusto al momento dell’arrivo in Cina del segretario Usa alla difesa di allora, Robert Graves. Per non parlare del caccia J-31, svelato nel corso della visita a Pechino, lo scorso settembre, del suo successore alla testa del Pentagono, Leon Panetta.
Proprio il Pentagono, nel suo ultimo rapporto annuale sulla potenza militare cinese, reso pubblico nel 2012, afferma che «la Cina persegue un programma di modernizzazione militare globale, di lungo termine».
Il problema principale è però quello di conoscere il livello tecnologico effettivamente raggiunto da queste nuove armi, al di là delle apparenze. Il rapporto del Pentagono spiega che la Cina modernizza le proprie armi «traendo profitto dall’acquisizione, legale e illegale, di tecnologie a duplice uso (civile e militare, ndr) o legate a un uso militare».
Per non parlare del fatto che i cacciabombardieri cinesi volano ancora oggi grazie a motori russi. Pechino ha però previsto di investire decine di miliardi di yuan in questo settore nei prossimi vent’anni.
Nel 2012 le spese militari della Cina ammontavano a 80,6 miliardi di euro, in aumento dell’11,2% rispetto a un anno prima.