la Repubblica 9/1/2013, 9 gennaio 2013
LA SOLITUDINE DEL MACCHINISTA-FERROVIERE
FACCIO parte di una categoria che è sempre stata vista con un certo fascino, no non sono un pilota di aerei, ma sono più modestamente un macchinista ferroviario e svolgo il mio servizio sui treni di giorno ma anche su quei (pochi) che circolano nelle lunghe notti da nord a sud e da sud a nord del nostro paese. Ecco ora il nostro management ha deciso che non lavoreremo più con un collega fisso. Sembra una stupidaggine, ma con il «socio» si stava sul locomotore, si consumavano i pasti, si parlava, alle volte si passava più tempo che con la famiglia. Era quasi una convivenza. Adesso tutto è finito, sembrerà solo uno sfogo, ma è un pezzo di vita che se ne va.
Lettera firmata