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 2013  gennaio 09 Mercoledì calendario

Chi nasce nelle province di Napoli e di Caserta ha un’attesa di vita inferiore di due anni rispetto a chi abita nelle Marche

Chi nasce nelle province di Napoli e di Caserta ha un’attesa di vita inferiore di due anni rispetto a chi abita nelle Marche. E negli stessi territori la mortalità causata da tumori maligni è superiore ai valori dell’intera Italia. Sono solo alcuni dei dati della relazione finale del gruppo di lavoro insediato dal ministero della Salute sulla situazione epidemiologica in Campania. A presentare il dossier - nel Municipio di Aversa - lo stesso ministro Renato Balduzzi: «Lo studio dice che ci sono più fattori che portano ai problemi di salute evidenziati dalla popolazione campana, uno di questi è quello degli stili di vita, da cui derivano, ad esempio, obesità e sovrappeso. Ma questo non elimina il problema dei determinanti ambientali, più difficili da misurare. Allo stato attuale infatti i lavori scientifici non ci dicono che c’è nesso di causalità preciso tra esposizione ai rifiuti tossici e le patologie tumorali, ma ci dicono che c’è un potenziale di rischio». Questa affermazione ha scatenato la protesta dei manifestanti di diverse associazioni, dalle «Mamme Vulcaniche» di Terzigno al Movimento cinque stelle passando per il «Comitato Fuochi», che hanno circondato il Municipio, costringendo Balduzzi a lasciare il Comune da un’uscita secondaria. L’auto di un componente del gruppo di studio è stata circondata e colpita da schiaffi, pugni e sputi. Uno dei manifestanti con il megafono ha urlato al ministro: «Noi moriamo per colpa della camorra e dei rifiuti e voi continuate a prenderci in giro». Senza mezzi termini la posizione dei Verdi Ecologisti: «Il ministro dovrebbe scusarsi con i cittadini campani. – sottolinea il commissario regionale Francesco Emilio Borrelli - Il comportamento di Balduzzi, negazionista del dramma campano, spinge alla violenza e alla rabbia. Ricordiamo che in Campania non è ancora attivo il Registro dei Tumori la cui istituzione fu ostacolata dall’attuale Governo». Qualche numero per capire come si vive tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. In due anni, dall’ottobre del 2010, sono state arrestate 155 persone e denunciate 804 per crimini ambientali legati allo smaltimento e all’incendio di rifiuti speciali e pericolosi; 4089 le persone identificate nei controlli e 3610 le contravvenzioni a veicoli per il trasporto illegale di rifiuti speciali. Nello stesso periodo sono stati individuati 463 roghi pericolosi: 159 roghi di pneumatici, 287 di materiale tessile e di pelletteria e 17 incendi di rifiuti connessi alle attività agricole. Più di un rogo ogni due giorni. Balduzzi, giungendo ad Aversa, ha detto di averne visti ben quattro. Nel settembre scorso il Coordinamento Comitati fuochi, che raccoglie 34 comitati attivi sul territorio, ha avviato una «querela a sottoscrizione popolare», consegnata alle Procure di Napoli, di Santa Maria Capua Vetere e di Nola. La raccolta firme, chiusa il 30 settembre, ha toccato quota 32.520. «La situazione è drammatica – spiega Antonio Marfella, oncologo e referente dell’Isde, Medici per l’ambiente - ed è insostenibile sul piano della salute. Ogni giorno sono smaltite non meno di 30mila tonnellate di rifiuti tossici industriali, gran parte di queste attraverso roghi. Per ogni borsa prodotta in nero e venduta in strada a Napoli o a Caserta c’è mezzo chilo di rifiuto smaltito e nessuno sa come». «Sono venuto qui per dare una mano ma ci sono anche altri modi per risolvere i problemi invece delle urla e delle proteste per denunciare i tanti problemi dell’agro aversano», la replica del ministro della Salute una volta giunto alla Facoltà di Ingegneria della Seconda università di Napoli, dove ha preso parte a un convegno. «Capisco che qui c’è tanta disperazione – ha continuato Balduzzi - ma i problemi non si risolvono gridando e urlando e ci sono modi più utili. Io tra quindici giorni sarò di nuovo qui».