Tonia Mastrobuoni, La Stampa 9/1/2013, 9 gennaio 2013
Chiedetelo a Berlusconi perché l’Imu è iniqua: fu lui a staccare la spina al governo Monti quando la riforma del catasto, che l’avrebbe resa più equa, approdò al Senato»
Chiedetelo a Berlusconi perché l’Imu è iniqua: fu lui a staccare la spina al governo Monti quando la riforma del catasto, che l’avrebbe resa più equa, approdò al Senato». Marco Causi (Pd) non soltanto ha seguito la delega fiscale in Parlamento: quando era assessore al Bilancio al Comune di Roma introdusse il principio che l’imposta sulla casa - allora si chiamava Ici e le detrazioni venivano decise dai municipi - si sarebbe pagata in base all’Isee. Cioè all’indicatore che misura la condizione economica delle famiglie in base al reddito, alle proprietà e alla composizione del nucleo familiare. A Roma circa un quarto delle famiglie, ricorda il deputato del Pd, risultarono così «quasi o del tutto esentate» dall’imposta sulla casa. Per l’ex assessore al Bilancio del Campidoglio «ben vengano quindi i rilievi della Ue, perché il Partito democratico dice esattamente le stesse cose». In primis, che la detrazione dei 200 euro per la prima casa e quella aggiuntiva per i figli a carico, «fortemente voluta dai centristi» è risultata «rigida e ingiusta». Poi, che alla base del calcolo dovrebbe esserci una riforma del catasto ormai attesa da decenni - «anche questa era contenuta nella delega fiscale Ceriani bocciata dal Pdl al Senato, già in piena campagna elettorale». L’adeguamento dell’Imu è avvenuto invece, come è noto, gonfiando in modo lineare, del 60%, i vecchi e obsoleti valori catastali. Quelli che ancora oggi fanno risultare più care molte case nelle periferie delle città rispetto alle case storiche dei centri storici. Per Luigi Casero (Pdl) che durante la fase di discussione alla Camera tentò di introdurre senza successo qualche elemento di progressività, l’Imu andrà modificata anche nel senso indicato dalla Commissione europea. Ma il suo partito ha promesso anzitutto di abolire quell’imposta sulla prima casa. In secondo luogo, secondo l’ex sottosegretario all’Economia, andrebbero «introdotti meccanismi che tengano conto del reddito e dello stato di bisogno delle famiglie o dei pensionati che sono maggiormente in difficoltà». Per Casero «non è accettabile che un pensionato che vive in 100 metri quadri di casa paghi la stessa Imu di chi guadagna dieci volte la sua pensione e vive in un appartamento della stessa grandezza». Anche per Casero, in ogni caso, è giusto che la riforma del catasto finita su un binario morto al Senato a causa del clima pre elettorale venga fatta. Chissà che nella prossima legislatura non si possa profilare un accordo bipartisan, su questo.