Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 08 Martedì calendario

IMBARAZZO DA PALLONE D’ORO MESSI: «LO MERITAVANO ALTRI»

[«Non è stato il mio anno migliore. Penso a Iniesta, Xavi e Aguero...» Standing ovation per Leo. Gelo Ronaldo: non si alza dalla poltrona] –
Lionel si guarda attorno: «In­credibile ricevere il quarto con­secutivo. È impressionante». Tutti in piedi. Cruijff, Platini, Van Basten, tre ognuno, lui quat­tro. Il più piccolo è ancora il più grande, 91 gol in 69 partite fra Barcellona e Argentina, sei tri­plette, una cinquina, due quater­ne, 24 assist e una paternità. Nel 2012 ha vinto solo una Copa del Rey ma c’è gente che deve giocar­ci una vita a calcio per arrivare a queste cifre, lui tutto in un anno. E quando il Pallone d’Oro fa il suo ingresso in guanti bianchi, si consegna.
Il cerimoniere del gran festival del calcio mondiale Ruud Gullit chiama Leo e gli dà il quarto del­la sua giovane carriera che non metterà in porta ma infilerà nel­la bacheca al limite dell’esplosio­ne del terzo piano di villa Castell­fedelis dove raduna i suoi trofei. Il primo lo voleva a tredici anni ma ancora non era professioni­sta: «Ringrazio tutti, lo condivi­do con tutti, è merito di tutti, di mia moglie e di mio figlio Thiago che è la cosa più bella che mi sia successa». Ha ringraziato An­dres Iniesta suo compagno al Barça: «Un onore allenarmi tutti i giorni con lui». Cristiano Ronal­do, secondo classificato, ancora una volta schiacciato, umiliato, sottomesso, ha ricambiato re­stando in poltrona mentre la sa­la in piedi era in standing ova­tion per Messi: «Non credo che questo sia stato il mio miglior an­no- spiegava intanto Leo- . Io poi preferisco i titoli con la squadra piuttosto che i premi o i record in­dividuali. Cristiano Ronaldo? Bè, sarebbe stupido non consi­derarlo tra i migliori tre. Però cre­do fosse doveroso votare per Xa­vi, Iniesta e Aguero. Io gioco con­tro di lui. Tutti e due scendiamo in campo per vincere».
Nell’ambito delle celebrazio­ni dei mi­gliori del 2012 la statuni­tense Abby Wambach ha vinto il premio come miglior giocatrice dell’anno,Mirfoslav Stoch polac­co del Fenerbahce quello per il miglior gol, Franz Beckenbauer il Fifa Presidential Award, mi­glior tecnico di una squadra fem­minile a Pia Sundhage della na­zionale americana oro a Londra.
Poi il team dell’anno,tutti gioca­tori della Liga, cinque del Barça e cinque del Madrid: Casillas, Da­ni Alves, Piqué, Sergio Ramos, Marcelo, Xabi Alonso, Iniesta, Xavi, Messi, Ronaldo e Falcao dell’Atletico. C’erano anche de­gli italiani, non sono entrati, ma Pirlo è settimo nella lista del Ba­lon d’Or , primo extra Liga spa­gnola, decimo Ibrahimovic, sedi­cesimo Buffon, Balotelli ventitre­esimo.
Mi si nota di più se vado o se non vado? Alla Zurich Kongres­shaus c’erano proprio tutti quel­li che contano, si fa prima con l’elenco degli altri, per esempio Josè Mourinho che la sua assen­za l’aveva annunciata in conferenza stampa: «Non vado a Zuri­go, ho da lavorare. Abbiamo una partita di Coppa da preparare». Josè partecipa solo se vince il pre­mio, sia chiaro, infatti è stato il ct della Spagna Del Bosque a ritirar­lo, miglior allenatore 2012.
Passerella per tutti. Guardiola ha confermato che la prossima stagione torna ad allenare. Luiz Felipe Scolari su Pato: «Tranquil­li, è finito in un grande club, con un grande progetto». Cafù su Boateng: «Qualcuno prima o poi doveva farlo». Cannavaro su Ca­vani: «Spero che un giorno sia lui a ricevere questo trofeo. Vorreb­be dire che ha fatto grandi cose con il Napoli». Ronaldo quello vero, in versione Cassius Clay do­po reality sulla cura dimagrante: «Pirlo? Alla gente piace vedere i gol».Radamel Falcao,oggi consi­de­rato il miglior attaccante in cir­colazione: «L’Italia? Nel calcio non si può mai sapere... Qual è il club italiano che preferisco? Non ve lo dico ma vorrei tanto un giorno vincere il Pallone d’Oro». C’è perfino Carlos Valderrama, versione bionda con treccine di Gullit che non ha mai commes­so un fallo in carriera e troneg­giante anche Michel Platini che ha conteso a Gerard Depardieu, l’imbucato, il titolo extra large della manifestazione. E mentre Cristiano Ronaldo si allontana­va con la statuaria Irina Shayk dalla Kongresshaus di Zurigo, Leo chiamava fuori Barcellona la governante: «Chica fai spazio, me ne hanno dato un altro».