Nino Sunseri, Libero 8/1/2013, 8 gennaio 2013
ALITALIA VOLA DA SOLA «NESSUNA TRATTATIVA CON AIR FRANCE-KLM»
[Sabato scade il blocco che impedisce l’uscita ai soci italiani Ma la compagnia smentisce le voci di un’acquisizione dei francesi] –
Parte la volata per la conquista di Alitalia o almeno di quel che resta della ex compagnia di bandiera. Il 12 gennaio scade il blocco che impedisce l’uscita ai soci italiani capeggiati dal presidente Roberto Colaninno. A partire da lunedì ogni socio sarà libero di vendere le proprie azioni. Ovviamente i possibili compratori non sono tantissimi. Il più gettonato è Air France che, secondo le indiscrezioni pubblicate da “Il Messaggero” avrebbe già avviato la trattativa. Da Parigi smentiscono. «Air France-Klm - ha affermato un portavoce - conferma che non ci sono negoziati per acquistare tutte o parte delle azioni in mano agli investitori italiani». La compagnia transalpina controlla il 25% di Alitalia e a maggio ha dichiarato che aspetterà il 2014 prima di decidere se usare o meno l’opzione per prenderne il controllo.
Secondo il quotidiano romano invece il gruppo franco olandese sarebbe pronto ad acquisire il 75% che gli manca offrendo un premio del 20% (concambio pari a 1,6) rispetto a quanto investito nel 2008 (1,1 miliardi di euro). Pagherebbe con azioni di nuova emissione.
Il piano elaborato a Parigi a quanto pare comprende diversi capitoli: accentuazione del ruolo di secondo livello per Alitalia che avrebbe il compito di canalizzare su Parigi il traffico intercontinentale con ulteriore riduzione dei collegamenti diretti. Aumento dei voli fra Roma e la capitale francese anche se Fiumicino dovrebbe rimanere hub per il sud Europa, vista la capacità di attrazione.
La partita, comunque, non è ancora chiusa. Sul fronte italiano, infatti, si starebbe studiando la possibilità di aggregare le quote dei "patrioti" per consolidare l’italianità della compagnia. Un’operazione non certo facilissima. Alitalia ha già bruciato 678 milioni, compresi anche i costi riconosciuti a fine 2008 alla vecchia compagnia pubblica. A giugno dell’anno scorso aveva perso 200 milioni con un ritmo di circa 1 milione al giorno. I debiti si avvicinano al miliardo e quindi l’acquirente dovrà mettere mani al portafoglio. Un bel sacrificio, appena attenuato dai risultati del terzo trimestre chiuso con un utile netto di 27 milioni da 69 milioni di un anno prima.
La cordata italiana è composta da nomi illustri: oltre a Colaninno, la famiglia Benetton e Banca Intesa con quote paritetiche dell’8,9%. Soci così blasonati, ma comunque con qualche problema a casa propria, avranno voglia di impegnare altra finanza ad alta quota? Corrado Passera, che dell’operazione di quattro anni fa era stato regista mette le mani avanti: «Parliamone a fondo quando avremo tutti gli elementi ».
Ma neanche Air France vola lungo cieli tranquilli. Nel 2011 ha perso ben 809 milioni su un fatturato di circa 24 miliardi. Per il momento a trarre grande beneficio da queste voci sono le azioni dell’Immsi, la holding attraverso cui Roberto Colaninno detiene la quota in Alitalia (7,6% pagato 80 milioni). Le quotazioni sono salite del 18,3% a 0,53 euro. Un’eventuale monetizzazione sarebbe una notizia positiva perché sbloccherebbe l’investimento, ridurrebbe il rischio di dover procedere ad un aumento di capitale. Il rischio che anche gli altri cavalieri dell’aria vorrebbero risparmiarsi.