Roberta Zunini, il FAtto Quotidiano 8/1/2013, 8 gennaio 2013
RISSA PER GLI STUPRATORI INDIANI
[Il processo a New Delhi subito interrotto dagli avvocati. I 5 rischiano l’impiccagione] –
Urla, spintoni, parolacce. La prima udienza del processo a carico dei 5 stupratori e assassini della studentessa indiana massacrata il mese scorso a New Delhi e morta dopo dieci giorni di agonia, è stata sospesa per il caos scoppiato in aula. Un muro di giornalisti ha di fatto impedito alle forze dell’ordine di far entrare gli imputati, e la furibonda lite scoppiata tra gli avvocati ha reso impossibile persino ascoltare la lettura dei capi d’imputazione. A quel punto, il giudice, una donna, ha deciso che il processo si terrà a porte chiuse.
UN DELIRIO mai visto prima che risente dell’enorme clamore suscitato da questo ennesimo, brutale episodio di violenza nei confronti delle donne indiane. Per la prima volta migliaia di ragazze hanno trovato il coraggio di scendere in piazza per protestare contro l’indifferenza delle Istituzioni e, di conseguenza, la mancanza di una legge severa nei confronti degli stupratori. Dai sondaggi emerge che la maggior parte della popolazione vorrebbe la castrazione chimica e la pena di morte. “Purtroppo c’è voluto questo surplus di violenza ed efferratezza per scuotere le coscienze nonostante la violenza, la discriminazione e il disprezzo per le donne sia una prassi quotidiana”, dice Laila Wadia, docente e scrittrice indiana che nei suoi libri ha messo in luce la difficoltà di essere donna ancora oggi. “In India, se non sei madre o suocera non puoi pretendere di godere del rispetto del prossimo, uomo o donna che sia. L’appartenenza a una famiglia ricca o povera non fa molta differenza. È una questione di cultura, di tradizione”. A sentire le parole della scrittrice si rimane stupefatti perché finora siamo stati abituati a pensare che le donne indiane godono degli stessi diritti degli uomini a tutti i livelli, persino in ambito politico, a partire da Sonia Ghandi. “L’India è il luogo dove convivono gli estremi. Estrema ricchezza assieme a estrema povertà, analfabetismo e sviluppo tecnologico, rispetto e disprezzo -sottolinea Wadiabasti pensare che sul principale quotidiano, Il Times of India, letto anche da intellettuali e giovani laureati all’estero, c’è una vasta sezione dedicata alla ricerca della futura sposa che deve essere vergine e vegetariana. È una richiesta talmente ovvia e scontata che ormai si scrive solo ‘VV’ (vergin vegetarian)”. Insomma anche gli uomini di mentalità aperta, che hanno conosciuto i costumi dell’Occidente, una volta tornati in patria, riprendono a pensarla come i loro antenati.
PER FORTUNA i media hanno capito che bisogna fare una battaglia pubblica contro la violenza ai danni delle donne, che spesso sono bambine o adolescenti stuprate dai familiari. “Da un anno circa c’è un programma televisivo molto importante condotto da Aamir Khan, uno dei più famosi attori di Bollywood. Grazie alla sua fama, le sue parole raggiungono un pubblico enorme, quasi un miliardo di persone, visto che quasi tutti hanno la tv. Ecco, questo personaggio sta facendo molto per sensibilizzare anche la gente meno colta su argomenti mai affrontati prima come l’omicidio delle neonate e gli stupri in famiglia”. Nelle zone rurali quando nasce una bambina, spesso viene uccisa. E anche le donne vengono uccise o sfigurate con l’acido quando non danno eredi maschi; ciò dà la possibilità al marito di ripudiarle.
“C’è un altro dato sconcertante che racconta la condizione della donna - conclude Wadia- ed è il business della ricostruzione dell’imene per ridare la verginità alle ragazze”. Certo, se si viene stuprate, in India si preferisce farsi ricostruire la verginità piuttosto che andare dalla polizia a denunciare gli stupratori perché spesso i poliziotti accusano le ragazze di averli provocati. Nel torrido Stato del Tamil Nadu, per legge, d’ora in poi, le studentesse dovranno andare a scuola con l’impermeabile. Per non provocare.