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 2013  gennaio 08 Martedì calendario

“MONTI? SOLO IL MIO PORTABORSE. BALLO DA SILVIO”

Sul far della Seconda Repubblica, Paolo Cirino Pomicino non è più un democristiano errante. Ma il centro di Mario Monti non c’entra nulla. L’antico ministro di rito andreottiano è di nuovo nella Dc originale, mai sciolta e oggi nelle mani di Gianni Fontana, segretario, e Ombretta Fumagalli Carulli, presidente. Al momento, voci li danno incamminati verso il Pdl.
Monti fa il democristiano senza il simbolo originale.
Monti non è democristiano.
Che cos’è?
Un liberale al servizio della grande finanza che sta fuori dall’Italia. Spiace dirlo ma lui è il simbolo dell’autoritarismo del terzo millennio.
Addirittura.
Come tecnico conosco il suo valore. È stato tra i miei collaboratori quando ero ministro. Lui, Savona, il compianto Arcelli, tutti contrattualizzati.
Monti politico è un neonato.
Non conosco Paese europeo in cui ci sia una lista civica col nome di una persona. Nella Prima Repubblica le civiche si facevano nei Comuni sotto i 5 mila abitanti. O è ignoranza politica o dolo democratico.
Se il disegno è autoritario, allora è dolo, non ignoranza.
Monti vuole mettere a sistema il leaderismo nato con Berlusconi. Ho cercato di convincere il mio amico Casini.
E non c’è riuscito.
Ho trovato più sensibile Cesa.
Casini ambisce.
L’ambizione è legittima ma è negativa se ti fa stare fermo al 5 per cento per 10 anni.
Nel nuovo centro si viene notati di più se non ci si candida. Il primo è Montezemolo.
È un simpatico biondino di 65 anni, mio amico, che ha condiviso tutte le scelte degli ultimi 20 anni. Entrambi amiamo Capri, ma lui ha una villa, io sono solo ospite.
Passera, assente scontento.
È stato un buon manager, ma la politica non è per tutti. Passera è come Monti: un politico deve avere una visione d’insieme che non si ha nello spazio di un mattino.
Nella Seconda Repubblica, lei è stato un esule, rischia lo stesso nella Terza.
Questa stupida legge impone le coalizioni, se la Dc scenderà in battaglia sceglierà gli alleati meno lontani.
In ogni caso, da buon centrista
Monti non vi ha cercato?
Prima ha invitato Fontana al vertice del 19 dicembre a Palazzo Chigi, poi lo ha “sconvocato”. Di certo noi non lo abbiamo più cercato.
Un falso democristiano.
Vorrei tanto chiedere al mio amico Giorgio Napolitano perché lo ha fatto senatore a vita prima che rendesse i suoi servizi al Paese. Ciampi, Dini e Prodi non lo chiesero né prima né dopo. Da chi è stato costretto? Nel novembre 2011 i partiti sono fuggiti. E i partiti che fuggono sono un’anomalia democratica.
In quel mese fatidico lei diede il colpo di grazia a Berlusconi: gli portò via la Carlucci e Bonciani, approdati all’Udc.
Non sono il mago di Avellino, non potevo prevedere quello che sarebbe successo.
Pentito?
Pentito no, ma se Berlusconi fosse stato democristiano avrebbe anticipato la crisi e fatto lui la solidarietà nazionale, con un altro premier.
Il Cavaliere è il capostipite dei partiti a vocazione padronale.
Ha commesso molti errori, però ha fatto crescere una nuova classe dirigente: Alfano, Fitto, Quagliariello.
Titolo: Pomicino ritorna ad Arcore.
Ad Arcore non ci sono mai stato. La Dc comunque sta riflettendo se dare testimonianza oppure entrare nelle istituzioni repubblicane.
Il suo nome però è considerato scomodo.
Ho avuto una condanna definitiva per finanziamento illecito e un’altra l’ho patteggiata. Sono stato fuori per 10 anni e una sentenza della magistratura mi ha riabilitato. I cittadini mi hanno eletto con le preferenze sia nel 2004, alle europee, sia nel 2006, alle politiche.
Sempre eletto.
La politica ha bisogno di professionalità e talento. I tecnici sono un’altra cosa. Scusi ma lei ha visto una lista Merkel o Cameron in giro per l’Europa? Da Monti ci divide il concetto di democrazia.