Varie, 9 gennaio 2013
NUOVO Cleofe Nizzi, 90 anni. Di Montemurlo (Prato), vedova, titolare di un noto bar lasciato da anni nelle mani del figlio Giuseppe, «carattere forte e indipendente», «in gamba nonostante l’età», da un mesetto per via degli acciacchi s’era presa in casa come badante la georgiana Natia Tatarashvili, 24 anni, sempre triste e un po’ strana di testa, che con amici di continuo si lamentava di quella «vecchia criticona» che la rimproverava per ogni sciocchezza, «pure perché mangio troppo»
NUOVO Cleofe Nizzi, 90 anni. Di Montemurlo (Prato), vedova, titolare di un noto bar lasciato da anni nelle mani del figlio Giuseppe, «carattere forte e indipendente», «in gamba nonostante l’età», da un mesetto per via degli acciacchi s’era presa in casa come badante la georgiana Natia Tatarashvili, 24 anni, sempre triste e un po’ strana di testa, che con amici di continuo si lamentava di quella «vecchia criticona» che la rimproverava per ogni sciocchezza, «pure perché mangio troppo». L’altro pomeriggio la Nizzi disse alla ragazza «stai sempre al computer, non fai il tuo dovere», quella le saltò addosso riempiendola di pugni in faccia, la Nizzi si difese graffiandola sulle braccia e sulla testa e allora la Tatarashvili, afferrato un coltellaccio da cucina, le infilò la lama più e più volte nella gola, fin quasi a decapitarla. Quindi prese ago e filo e per un paio d’ore cucì i gioielli e gli orologi d’oro della morta dentro la fodera del suo cappotto, in modo da farli sparire per simulare una rapina. Quindi, di botto, prese a urlare a squarciagola come se, rientrata in quell’istante, solo allora avesse visto la Nizzi cadavere, in una pozza di sangue, sul pavimento della cucina. Interrogata dai carabinieri, qualche ora dopo confessò il delitto spiegando: «Dentro di me ci sono una persona buona e una cattiva. Ho tentato spesso il suicidio per sopprimere quella donna cattiva che c’è in me». Verso le 15 di domenica 6 gennaio in una casa in via Oste 86 a Montemurlo (Prato)