Morya Longo, IlSole24Ore 8/1/2013, 8 gennaio 2013
GLI SPECULATORI CAMBIANO IDEA: L’EUROPA PIACE COME NEL 2011
Hanno cambiato idea persino gli speculatori: l’Europa è tornata appetibile per investire. Per la prima volta dall’agosto del 2011, quando iniziò la crisi italiana dello spread, il posizionamento degli investitori sul cambio euro/dollaro è infatti tornato favorevole all’euro. Lo certificano i dati dell’americana Commodity futures trading commission (Cftc) usciti ieri: gli investitori che usano i futures per scommettere sull’apprezzamento della moneta unica contro il dollaro hanno superato gli investitori ribassisti. Non accadeva da quella torrida estate del 2011. Il cambio di atteggiamento è ancora più netto se si pensa che solo sei mesi fa, nel giugno 2012, le speculazioni al ribasso sull’euro (le cosiddette posizioni "corte") toccarono il record storico: segno che sei mesi fa la sfiducia sul Vecchio continente era al massimo, mentre ora è tornata – anche sul mercato dei futures – la parola fiducia.
La speculazione, si sa, è come una bandieruola che cambia direzione a seconda del vento. E questa inversione di tendenza, da ribassista a rialzista sull’euro, potrebbe cambiare presto. Potrebbe essere solo opportunistica. Temporanea. E, soprattutto, potrebbe significare semplicemente che gli speculatori puntano sul ribasso del dollaro perché la politica monetaria della Fed è molto più espansiva di quella della Bce. In effetti gli stessi dati della Cftc indicano una speculazione al ribasso sul dollaro nei confronti di tutte le principali valute internazionali, non solo dell’euro. Eppure il fatto che ci sia stata un’inversione così netta delle posizioni speculative (la Cftc riesce a separarle da quelle commerciali) qualcosa potrebbe significare: potrebbe indicare che gli investitori internazionali siano più ottimisti sui destini dell’Europa.
In effetti i dati della Cftc confermano l’umore che si registra in mille altri indicatori. Lo spread tra BTp è Bund è tornato a 283 punti base, dimezzandosi rispetto ai massimi dello scorso luglio. Il differenziale tra il rendimento dei titoli spagnoli e quelli tedeschi si è ridotto di 277 punti base nello stesso arco di tempo. Le Borse europee hanno recuperato il 25%. Nel solo mese di settembre – calcola UniCredit sui dati Bankitalia – gli investitori internazionali hanno aumentato i titoli di Stato italiani in portafoglio di 10-11 miliardi di euro. Sempre a settembre – secondo i dati BoP – in Spagna sono entrati 29,7 miliardi di euro di capitali internazionali. E anche i report delle banche d’affari vanno nella stessa direzione: solo nella giornata di ieri Morgan Stanley ha fornito indicazioni positive sulle azioni europee e Rbs sulle obbligazioni di banche come Intesa, UniCredit e Mps. I dati della Cftc, insomma, non fanno altro che confermare questo nuovo clima di fiducia sull’Europa. Le incognite sul futuro restano tantissime (a partire dalla sostenibilità dei conti pubblici), ma una volta tanto i mercati finanziari sembrano vedere solo il bicchiere mezzo pieno.