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 2013  gennaio 07 Lunedì calendario

PARTE LA VENDITA DI ALITALIA AIR FRANCE È PRONTA A FARE L’ASSO PIGLIATUTTO

[Sabato scade la clausola che limita la cessione delle azioni Tra le ipotesi, aumento di capitale o una holding nazionale] –
Il conto alla rovescia è co­minciato e nel corso del 2013 as­sisteremo sicuramente a un mutamento degli assetti azio­nari di Alitalia. «La continuità e la serietà dell’impegno degli azionisti italiani - sono parole con le quali Roberto Colaninno illustrò a suo tempo il progetto da lui guidato- sono condensa­te nella clausola di lock-up: per 4 anni, fino al 12 gennaio 2013, nessun socio italiano potrà ce­dere le azioni all’esterno della compagine azionaria di Alita­lia, né potrà cederle ad Air Fran­ce- Klm. Al quinto anno - tra il 13 gennaio e il 28 ottobre 2013 ­il trasferimento delle azioni a terzi sarà possibile, solo a condi­zione che gli altri soci italiani non abbiano esercitato il dirit­to di prelazione e che il trasferimento sia approvato dal cda di Alitalia».
I vincoli alla vendita stanno per scadere ed è già partita la ridda delle congetture. Air Fran­ce- Klm, secondo alcuni, stareb­be accelerando verso l’acquisi­zione, insieme alla banca d’affa­ri Lazard; qualcuno si spinge a parlare anche di un’offerta ai so­ci italiani superiore del 20% a quanto da loro investito quat­tro anni fa, per complessivi 1,2 miliardi. Ma si tratta di dettagli prematuri.
La certezza è che da sabato prossimo gli azionisti saranno liberi di vendere, ma che Air France fino a ottobre avrà il di­ritto di prelazione. L’eventuale libero ingresso di azionisti esterni alla società sarà possibi­le tra dieci mesi. Air France fino ad allora avrà un percorso privi­legiato, sufficiente a sbarrare la strada ad altri ipotetici investi­tori non graditi (cinque anni fa si parlò molto, anche strumen­talmente, di un interesse di Lufthansa). A proposito dell’altra compagnia indicata come pos­sibile partner, l’araba Etihad, vanno ricordate due cose: che si tratta di un soggetto extraco­munitario, e come tale sottopo­sto a limiti di partecipazione, e che i rapporti commerciali di questa, ottimi con Alitalia, lo sono altrettanto con Air France. Si­gnifica che la compagnia di Abu Dhabi, se interessata, po­tr­ebbe entrare come socio di mi­noranza insieme ad Air France.
Che il futuro di Alitalia sia francese pare fuori di ogni ragio­nevole dubbio. Solo qualche evento del tutto imprevedibile potrebbe sbarrare una strada che nel 2008 era stata (tempora­neamente) interrotta. I fatti par­lano da soli: Air France è il pri­mo socio di Alitalia con il 25%, ed è l’unico azionista del setto­re aeronautico; da almeno die­ci anni è il primo partner com­merciale di Alitalia che, anzi, ora è stata ancora più plasmata sulle esigenze di Parigi; Air France pare aver superato il mo­mento più critico, e i conti del terzo trimestre mostrano un uti­le operativo di 308 milioni, su­periori alle attese. Infine, c’è an­che, volendo, una questione di rivincita personale: Jean-Cyril Spinetta, tornato due anni fa al­la guida di Air France-Klm, nel 2008 fu a un passo dall’acquisto della vecchia Alitalia, sfumato non per sua volontà.
Ma come potrebbe avvenire l’acquisizione? Da un punto di vista industriale, è da ritenere che non siano in discussione né il marchio né la livrea Alita­lia, che verrebbero mantenuti. Alitalia sarebbe la terza controllata della Holding Af-Klm-Az. Quanto all’operazione finanziaria, tre le ipotesi realistiche. 1. Un aumento di capitale riser­vato; l’ad Andrea Ragnetti non ha mai nascosto la necessità di denaro fresco, ma i soci non sa­rebbero felici di mettere mano al portafoglio; 2. una serie di ac­quisti frazionati, o un’Opa, pe­raltro obbligatoria per statuto al raggiungimento del 50%; 3. uno scambio di azioni Alitalia con quelle (quotate) della hol­ding Af-Klm, carta contro car­ta. Ciò darebbe immediata li­quidità all’investimento dei so­ci italiani. Ma se questi avesse­ro la lungimiranza e il sangue freddo di unire preliminarmen­te le proprie quote in un’unica società, questa diventerebbe probabilmente il primo sogget­to della holding Air France-Klm-Alitalia dopo lo Stato fran­cese. Per ora non ci sono state operazioni tra i soci, salvo la vendita di Fingen. L’unica defe­zione di rilievo è quella del grup­po Ligresti che possedeva il 4,43% attraverso Fonsai, oggi controllata da Unipol.