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 2013  gennaio 08 Martedì calendario

Per uno di quei cortocircuiti esistenziali che rendono Roger Federer geniale sui courts e noiosissimo nel tinello di casa e il lampo Usain Bolt un bradipo nella vita di tutti i giorni, l’anormale giocatore di pallone Lionel Messi è più che normale senza (pallone), e la giacca con cravattino a pois di ieri — smaccato dribbling a un conclamato conformismo nei costumi — non tragga in inganno

Per uno di quei cortocircuiti esistenziali che rendono Roger Federer geniale sui courts e noiosissimo nel tinello di casa e il lampo Usain Bolt un bradipo nella vita di tutti i giorni, l’anormale giocatore di pallone Lionel Messi è più che normale senza (pallone), e la giacca con cravattino a pois di ieri — smaccato dribbling a un conclamato conformismo nei costumi — non tragga in inganno. Ibrahimovic sfrecciava verso la Masia su una Ferrari 430 nera. Messi viaggia sulla Ronda del Litoral (la tangenziale di Barcellona), senza autista, al volante dell’Audi aziendale. Fabregas e signora abitano in pieno centro, nell’appartamento di lusso lasciato recentemente libero da Piqué e Shakira (allargandosi la famiglia, si è reso necessario un trasloco fuori città). Messi ha scelto la quiete di Castelldefels, 20 km a sud-ovest di Barcellona, dove vive in una villetta a due piani mille anni luce lontana dal caos delle ramblas. Ronaldinho ne combinava una più di Bertoldo, tanto che la stampa locale, pur allineatissima pro Barça, non poteva fare a meno di darne conto. Messi da oltre dieci anni (il primo contratto ufficiale con i catalani è datato 1° marzo 2001) conduce una vita monacale, protetto da un clan alla Maradona (al netto degli eccessi) a struttura fortemente matriarcale che ruota intorno alle figure della madre Celia Maria Cuccittini e della sorella Maria Sol: vivono tutti insieme appassionatamente con papà Jorge Horacio, ex operaio in un’acciaieria, i due fratelli maggiori, Rodrigo e Matias, e Antonella Roccuzzo, di Rosario come la Pulce, coetanea (25 anni), origini italiane come Leo, mamma dal 2 novembre 2012 di Thiago, primogenito dell’eletto. Antonella e Messi si sono conosciuti a 5 anni, è cugina del migliore amico di Leo, Lucas, aveva ambizioni da modella ma le ha riposte per seguire in Spagna Messi, che di lei non parla nemmeno sotto tortura. Comprano alfajores al dulce de leche (dolcetti tipici argentini) in Plaza Cataluna, mangiano asado al ristorante «Las Cuartetas» (nel retro, dove c’è un tavolo riservato 365 giorni all’anno al numero 10 più famoso del pianeta) o in alternativa la cotoletta di mamma Celia, e quando Leo rivelò a La Voz la grande nostalgia per le facturas (il nome generico con cui in Argentina si indicano i cabaret di paste: tortillas, profiteroles, croissant...) sulla villetta di Castelldefels ne piovvero talmente tante che Messi diede un taglio al colesterolo, e alle interviste. Discreti, umili, riservatissimi: «Se Antonella non avesse insistito per andare al carnevale di Sitges, non ci avreste mai scoperti...» si lasciò sfuggire Leo, il cui unico autogol intercettato dai media (Primera Linea nell’ottobre 2011 gli attribuì un flirt con Xoana, sedicente ballerina) sembra più una mossa di marketing per umanizzarlo che una reale scappatella. Daniel Rojo, ex guardia del corpo di Messi, in una gustosa intervista a So Foot ripresa dalla Gazzetta dello sport non potè che confermare: «Leo è un tipo terra terra: nella sua vita non ha fatto altro che allenarsi e giocare a calcio. Quando me lo affidarono, gli proibirono pure di andare con le ragazze». Un mortorio, insomma. La foto di Leo e Antonella pubblicata in questa pagina, rarissimo caso di uscita insieme in pubblico, è stata scattata nel luglio dell’anno scorso al matrimonio di Iniesta. La futura signora Messi era incinta di cinque mesi, Thiago in fasce è stato portato all’allenamento del Barça per essere presentato ai compagni dentro una Masia blindata, in quella logica da maso chiuso che innerva l’anima indipendentista della Catalogna, lo scoglio su cui, al suo arrivo in Spagna da ragazzino, rischiò di infrangersi la carriera di Lionel Messi. Maria Sol, infatti, che mentre Leo studiava da fenomeno nella cantera del Barça frequentava una scuola della città, poiché non capiva una parola del catalano che si parlava in classe decise di tornare in Argentina con mamma Celia. Orbo delle sue donne, il piccolo mondo antico di Leo traballò. Ecco perché oggi è più bello, e giusto, stare in famiglia che frequentare con i consimili i privé delle discoteche. Sembra un calciatore, Lionel Messi. Sembra. Gaia Piccardi