Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della Sera 8/1/2013, 8 gennaio 2013
Il riscaldamento vocale deve contenere: «muti, emissioni nasalizzate, trilli linguali/labiali, vocalizzazioni condotte con arrotondamento e protrusione labiale, sbadigli-sospiro, vocalizzazioni a lingua protrusa, filati, abbassamenti laringei, scale, arpeggi su tutta l’estensione a partire dall’ottava centrale»
Il riscaldamento vocale deve contenere: «muti, emissioni nasalizzate, trilli linguali/labiali, vocalizzazioni condotte con arrotondamento e protrusione labiale, sbadigli-sospiro, vocalizzazioni a lingua protrusa, filati, abbassamenti laringei, scale, arpeggi su tutta l’estensione a partire dall’ottava centrale». L’elenco delle operazioni che un cantante o un attore deve mettere in atto prima di andare in scena è lungo e minuzioso. A descriverlo nei dettagli, assieme a norme di alimentazione, comportamento, educazione vocale, è Danila Satragno, che da decenni è l’angelo custode nascosto di molti cantanti italiani famosi. La sua professione è quella di vocal coach, letteralmente «allenatrice vocale» e fra i suoi clienti c’è stato Fabrizio De André, e ci sono Ornella Vanoni, Roby Facchinetti, Giuliano Sangiorgi, ma anche nuove stelle dei talent show come Giusy Ferreri. Vederla all’opera nelle dirette tv che prevedono prestazioni canore da dilettanti o soggetti che cantano occasionalmente, è uno spettacolo: fuori campo dalle telecamere lei dà gli attacchi, suggerisce usando mani, sguardi, corpo e labbra. Insomma a tratti pare la reincarnazione di Mariele Ventre, la fatina virginale dello Zecchino d’Oro. Accademia di Canto (Sperling & Kupfer, pp. 290, + dvd allegato, 19) è una miniera di informazioni e trucchi indispensabili non solo per il cantante o l’attore, ma per chiunque voglia apprendere l’arte di parlare in pubblico. I consigli sono di natura medica, scientifica, e psicologica. E si va dall’idratazione delle corde vocali alla dieta. Bisognerebbe bere quando non si ha sete, non troppo a ridosso dello spettacolo. Mai bevande gasate per evitare il reflusso gastroesofageo, meglio noto come ruttino, che, amplificato dal microfono aderente alla guancia, è da sempre il terrore di cantanti e attori. Ma, al di là dei tecnicismi spesso affidati all’intervento di esperti, alla fine il messaggio più prezioso è quello umano e psicologico, cioè il rapporto che si viene a creare fra vocal coach e artista. E qui il racconto della collaborazione con dei grandi come Ornella Vanoni o Fabrizio De André val più di tutto l’elenco di esercizi. L’allenatrice diviene una sorta di terza gamba dell’artista, fra i due c’è un interscambio emozionale fortissimo. E quando l’artista ha uno strappo vocale e deve operarsi per un nodulo alle corde vocali, Danila si trasforma in infermiera: conforta l’artista prima dell’intervento, concorda col chirurgo il percorso di riabilitazione. Ci sono anche dei trucchetti: per esempio quello di recitare mentre gli altri attori disturbano in platea o spintonano il malcapitato in scena. Il soggetto, a questo punto, reagisce quasi sempre contrapponendo una intenzione e una forza comunicativa che prima non c’era. Insomma i consigli della vocal coach fanno miracoli. Anche se, come diceva Nereo Rocco ai calciatori, alla fine in campo te va ti («alla fine in campo ci vai tu»).