Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore 7/1/2013, 7 gennaio 2013
GLOBETROTTER DELLE TASSE AL TEST DI CONVENIENZA
La prova di come la questione sia spinosa è la raccomandazione della Commissione europea (la 2012/771/UE) datata 6 dicembre e volta a incoraggiare i Paesi terzi ad applicare norme minime di buona governance in materia fiscale. Nel menù ci sono la richiesta di trasparenza e di scambio di informazioni, oltre che misure – come black list – da adottare nei confronti dei Paesi recalcitranti.
Dietro a tutto c’è indubbiamente la crisi, che sta fungendo da detonatore in uno scontro strisciante tra Stati intenti a duellare per accaparrarsi contribuenti utili a portare linfa vitale per l’economia e, di conseguenza, anche in termini di entrate per le casse pubbliche.
L’affaire Depardieu è il caso che da ultimo ha tenuto banco, portando alla ribalta il fenomeno degli "autoesiliati fiscali", in fuga da una tassazione ritenuta eccessiva. A far traboccare il vaso è stata l’aliquota del 75% voluta dal Governo Hollande per tassare i redditi superiori al milione. La Corte costituzionale francese l’ha dichiarata illegale, ma il Presidente francese ha già annunciato un restyling della misura. Nel frattempo, però, Vladimir Putin ha concesso la cittadinanza russa all’attore. Il caso Dépardieu ha messo in luce un salto di qualità nella tenzone fra Stati, con il baricentro delle profferte che va spostandosi dalle società alle persone fisiche. L’aliquota del 12,5% che l’Irlanda è riuscita a mantenere sui redditi commerciali rischia così di impallidire dinanzi a tentativi come quello greco di varare l’esenzione dei redditi esteri per i pensionati che si trasferiscono nel Paese.
È questo lo scenario in cui leggere lo studio di Kpmg che ha analizzato la tassazione sul reddito delle persone fisiche all’interno dei Paesi Ue, per avere una panoramica sui livelli diversi di tassazione. I Paesi presi a esame sono quelli della "vecchia" Ue-15 con l’aggiunta di Svizzera, Slovacchia, Slovenia. «Per rendere possibile il confronto – spiega Stefania Quaglia, associate partner Kpmg – abbiamo considerato i redditi imponibili, altrimenti i dati non sarebbero risultati paragonabili per via delle differenti detrazioni e deduzioni operanti». Solo redditi imponibili, dunque, per pensionati, sportivi, manager e liberi professionisti, senza tenere in conto le imposte patrimoniali che ci sono in Francia, Svizzera, Spagna, e Italia. Emerge così un’imbattibile situazione tributaria per il pensionato da 20mila euro in Svizzera (zero euro di imposta), seguito da Olanda (438 euro) e Lussemburgo (1.015 euro). Anche Francia e Germania si piazzano bene (si veda la tabella a lato), ma i dati fotografano come qui la tassazione sia più favorevole per i redditi fino a 100mila euro, mentre per quelli superiori l’imposizione è quasi allineata agli altri Paesi.
In generale, Svizzera, Slovacchia e Lussemburgo risultano invece i Bengodi per i redditi più alti. Su questi contribuenti in alcuni casi gravano però i contributi di solidarietà introdotti come misura straordinaria e temporanea. In Francia il contributo pari al 3-4% si applica sulla parte eccedente i 250mila euro; in Irlanda i vanno dal 2 al 7% (in quest’ultimo caso per i redditi superiori a 16mila euro); in Portogallo c’è il 2,5% sulla parte eccedente i 153mila euro mentre in Lussemburgo si applica dal 4% (sulla parte eccedente i 150mila euro) e il 6% (oltre 300mila euro). Il contributo di solidarietà è stato previsto anche in Italia – 3% sulla parte eccedente i 300mila euro – dove la pressione fiscale quest’anno punterà al 45,3% (contro il 42,5% di due anni fa) e i risultati in tabella indicano che non si tratta dell’approdo più conveniente in termini di tax rate.
Non che gli altri Paesi siano nelle condizioni di fare voli pindarici. «Le difficoltà economiche degli ultimi anni - aggiunge Stefania Quaglia – hanno portato all’abolizione di regimi fiscali particolarmente favorevoli. Ne è un esempio la Spagna che da gennaio 2010 ha dovuto abrogare la legge agevolativa introdotta nel 2005 per i lavoratori stranieri che si trasferivano in Spagna consentendo ai club calcistici, pronti a cogliere l’occasione, di sfruttarli per top player, primo su tutti David Beckham». In questo caso, i salari superiori a 600mila euro beneficiavano di un’aliquota ridotta pari al 24-25% per i primi cinque anni. Ora c’è l’aliquota piena che per il 2012 ha subito un incremento fino ad arrivare al 56 per cento.
In conclusione, lo studio di Kpmg rileva come sia la Slovacchia a far registrare il tax rate più basso attualmente in vigore (19%) sulle persone fisiche. All’estremo opposto ci sono Svezia e Danimarca (55%), Spagna e Olanda (52%), Belgio, Austria e Regno Unito (50%). Nei Paesi del Nord Europa però c’è il peso degli investimenti in welfare. E la questione non è irrilevante.
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