Stefano Semeraro, La Stampa 7/1/2013, 7 gennaio 2013
QUATTRO ANNI SONO TROPPI GLI ATLETI SI RICICLANO: TORNA IL DOPPIO GIOCO
Sono atleti double face, uomini (e donne) per tutte le stagioni. Quelli che hanno la velocità sulla pelle e non si accontentano di sudare sul tartan: vogliono provare anche il brivido freddo della pista di ghiaccio. Sempre olimpica, ovviamente. Un tempo gli sportivi polivalenti erano la norma, si gareggiava soprattutto per diletto, le specializzazioni non erano esasperate. Oggi riciclarsi per non restare 4 anni senza traguardi, per acchiappare più gloria e più finanziamenti - torna di moda. Craig Pickering, 26enne staffettista inglese, dopo il bronzo con la 4x100 ai Mondiali di Osaka 2007 e la delusione ai Giochi 2012 ha detto bye bye all’atletica. Si sentiva un po’ fané («l’atmosfera non mi piaceva più») e così ha deciso di provarci con il bob. Ha già passato i test fisici ma deve ancora capire se per lui – mai una settimana bianca, mai una pattinatina - la sfida è giusta. «Per riuscirci servono le palle - ha detto al “Guardian” Michael Khmel, russo, ex coach di Pickering in pista, convertitosi anche lui al bob -. Ti puoi fare male e all’inizio tutti sono spaventati. C’è chi continua e chi smette». Gli sprinter di talento sono armi vincenti nel tempo di spinta, e Pickering era in testa alla “lista della spesa” del responsabile inglese Gary Anderson, ma non è certo né l’unico né il primo a cambiare temperatura agonistica. In ottobre Lolo Jones, dopo la delusione di Pechino e la medaglia di legno nei 100 ostacoli a Londra (e in attesa di riprovarci a Rio), è stata arruolata dalla squadra americana di bob per i Giochi di Sochi 2014 (dove l’Italia schiererà il decatleta William Frullani e la riserva della 4x100 Rosario La Mastra). «È stata la prima volta che mi qualifico senza voltarmi a guardare il tempo dopo aver tagliato il traguardo», ha sorriso. Al suo fianco troverà Tianna Madison, una che invece la medaglia olimpica estiva l’ha già vinta - lo scorso agosto con la staffetta 4x100 - e che in Russia tra 2 anni tenterà di entrare nell’esclusivo club di chi è salito sul podio in entrambe le versioni dei Giochi.
Il primo e l’unico ad arraffare l’oro sia in estate sia in inverno fu Eddie Eagan, vincitore nel 1920 ad Anversa del titolo dei massimi nel pugilato e 12 anni dopo a Lake Placid di quello del bob a 4 con il team Usa. Jacob Tullin Thames nel 1924 sulle nevi di Chamonix si impose nella 1ª edizione del salto dal trampolino poi a Berlino 1936 intascò un argento nella vela, mentre Christa Luding è riuscita in un impresa ormai impossibile, vincere una medaglia in due Olimpiadi diverse ma nello stesso anno, il 1988: oro nei 100 mt di pattinaggio velocità (e argento nei 500) a Calgary (dopo l’oro nei 500 a Sarajevo), poi argento nella prova in linea di ciclismo a Seul. Dalla pedivella ai pattini, proprio come la straordinaria Clara Hughes, due bronzi nel ciclismo ad Atlanta 1996 (in linea e a cronometro), bronzo nei 500 mt nel pattinaggio su ghiaccio a Salt Lake City 2002 e infine oro nei 5000 mt e argento nella prova a squadre a Torino 2006, prima di concludere con un bronzo nei 5000 a Vancouver 2010 e di risalire in sella per Londra 2012, dove è finita 5ª - a 40 anni - nella cronometro. La storia registra anche il caso di Gillis Grafström, trionfatore sia a Anversa (estate), sia a Chamonix e St. Moritz (inverno), ma sempre nella stessa disciplina, il pattinaggio artistico, che nel ’20 era inserito nel programma estivo. E per fortuna che alle Olimpiadi le mezze stagioni non sono mai esistite.