Marco Zatterin, La Stampa 7/1/2013, 7 gennaio 2013
AMSTERDAM LE FAMIGLIE VIOLENTE CHIUSE IN UN GHETTO
Già lo chiamano il «Villaggio dei dannati», ma il sindaco di Amsterdam, Eberhard Van der Laan, in carica dal luglio 2010, sdrammatizza. Ha stanziato un milione di euro per il trasloco forzoso delle famiglie ritenute responsabili di comportamenti antisociali ed è finito sommerso dalle critiche. A suo avviso, chi dovesse essere colto in ripetute azioni ai danni della comunità - dalle molestie ai comportamenti offensivi nei confronti degli omosessuali - sarà costretto ad abbandonare la propria casa e a risiedere temporaneamente in un container. «Vogliamo difendere i nostri valori liberali - spiega il portavoce del Municipio -. Ognuno deve poter essere ciò che si sente. E la società ha l’obbligo di proteggerlo».
La decisione di Van der Laan ha riaperto il dibattito su Amsterdam quale capitale delle libertà e luogo di tolleranza, anche perché il primo a parlare dei «Villaggi della Feccia» era stato, nel 2011, il leader della destra populista Geert Wilders. Non solo. Un esperimento non disssimile nei Paesi bassi nel XIX secolo, quando numerosi disturbatori della pubblica quiete furono deportati nelle province di Drenthe e Overijssel, col solo risultato di creare nuovi quartieri violenti e infrequentabili. Lo spettro del «ghetto dei criminali» è stato agitato per contestare il sindaco laburista.
Il comune invita a ragionare. Anzitutto, ha spiegato il portavoce, la misura si rivolge a famiglie e non a singoli. «Non è per chi disturba il vicino tenendo troppo alto il volume dell’impianto stereo», ha precisato, ma per «i soggetti estremamente violenti, gli autori di intimidazioni ricorrenti, casi di molestie ripetute». Comportamenti non penali, sia chiaro, oltretutto i container «non sono prigioni, ma locali dotati di doccia e cucina già utilizzati per gli studenti fuori sede». Saranno distribuiti nelle aree industriali della capitale olandese e i loro ospiti saranno controllati dalla polizia.
«È sbagliato parlare di “villaggio” mediano ad Amsterdam -, non intendiamo raggruppare i container». Gli ospiti degli scatoloni di metallo saranno assistiti da personale medico specializzato e assistenti sociali. Dopo un massimo di sei mesi, avranno una nuova abitazione permanente. «È un deterrente - dice il portavoce -. Dobbiamo cercare un modo per evitare che certe situazioni spiacevoli si ripetano». Quest’anno si comincia con dieci famiglie. Per l’anno prossimo si deciderà più avanti. «E’ un deterrente - dice il portavoce -. Dobbiamo cercare un modo per evitare che certe situazioni spiacevoli si ripetano».Si comincia con dieci famiglie. Per l’anno prossimo si deciderà più avanti, anche alla luce delle reazioni al progetto che, in Olanda, ha rilanciato il termine «tuigdorpen», il «villaggio della feccia», al punto da farne la «parola dell’anno» per il 2012 secondo il Van Dale, il principale dizionario del Paese.