Jacopo Iacoboni, La Stampa 7/1/2013, 7 gennaio 2013
IL “PRESIDENTE ELSA” E IL MARITO, LO FULMINA E GESTISCE I CONTI
Se esiste un effetto politico delle mogli - a volte voluto dai mariti, altre volte totalmente preterintenzionale - ieri Monti l’ha parecchio sollecitato.
Il presidente del Consiglio risponde a una telefonata, importante quanto si vuole, prima della messa del Papa in San Pietro, e la moglie lo osserva - lui peraltro a testa bassa - con sguardo fulminante, non è formula retorica. Chissà cosa gli avrà detto prima di andare a dormire. L’avrà strigliato da cattolica praticante, iscritta da vent’anni alla Croce rossa milanese, da dieci a capo della sezione femminile, oppure da donna comunque laica, che conosce il potere e sa che il premier stava offrendo ai fotografi una posa per lui non utile. C’è stato però anche un altro momento in cui Elsa Antonioli è entrata nella giornata pubblica del marito, quando il Professore - intervistato a Sky su quanto avesse pagato di Imu - se l’è cavata con un «parecchio», ma «non ho una cifra, di queste cose si occupa mia moglie».
La frase è assai interessante da molti punti di vista; vuoi perché potrebbe essere la spia di un’esitazione significativa, vuoi perché testimonia che la signora Elsa non è, come frettolosi articoli avevano desunto, un angelo del focolare, che prepara il Capodanno andando a comprare tortellini cotechino e lenticchie in piazza Santa Emerenziana e in Cola di Rienzo (come scrisse in una nota di ironia memorabile Monti, per smentire l’uso di chissà quali strutture pubbliche per il suo cenone del 2011, improvvida accusa del leghista Calderoli). No, la signora Elsa in casa gestisce elementi vivi della finanza e dei conti, è in un certo senso quella che tiene le agende, se non l’agenda Monti. Ieri proprio il marito ha sospirato, autoironico, che lei è il suo «presidente di casa».
Non siamo ancora, tocca dirlo con rammarico, a una figura di front woman alla Hillary, o alla Michelle Obama, donne in tutto e per tutto politiche in proprio, non accanto o dietro al marito; ma non si può neanche dire che questi ruoli di mogli siano tecnicamente secondari, come, poniamo, Teresa Noce con Luigi Longo. Non solo dal punto di vista dell’immagine. Per esempio, Pierluigi Bersani nel giorno delle primarie dei parlamentari s’è fatto fotografare al seggio con l’intera famiglia, lui in jeans antichi e maglione, le due figlie in mezzo e la signora dietro con un parca un po’ luccicante ma insomma, l’immagine di una cerniera forte di affetti familiari. Eppure Daniela Ferrari, 60 anni, ex farmacista, è anche stata usata, abbastanza brutalmente, dagli avversari del segretario. Il settimanale «Chi» scrisse di una multa presa dalla signora a Ponte dell’Olio, nel piacentino, e di una scenata col vigile alla «lei non sa chi sono io». Ovviamente la multa era vera, il «lei non sa chi sono io» neanche per sogno (è stato smentito anche dal sindaco del paesino), e la storia alla fine s’è mostrata per quel che era, una «signorinata». Però c’hanno provato. Per non dire del carattere di Agnese Renzi, così defilata da aver fatto notizia perché aveva passato le preselezioni del primo concorso della scuola tenuto dopo tanti anni.
Nonostante tutto, queste donne appartengono a un mondo che può parlarsi. E poi c’è lui, il Cavaliere, e la sua, idea di donna. Prima Veronica, i libretti fotografici sulla famiglia spediti agli italiani, le foto in posa a Macherio. Poi la fase-ragazzine. Oggi Francesca Pascale. Silvio non poteva presentarsi a un’elezione in così allarmante disordine emotivo; per questo suggerì a Barbara D’Urso di domandargli «ma presidente, ci si è fidanzato?».