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 2013  gennaio 07 Lunedì calendario

«MPS TORNERA’ A FARE PROFITTI»

Tornare al più presto a macinare profitti in modo da poter rimborsare i Monti-bond ed evitare l’ingresso dello Stato nel capitale di Mps. Non solo, ma sventare un possibile corto circuito diplomatico tra la Bce, quindi l’Europa, e il Comune di Siena visto che la città-banca mal sopporta a fatica le ingerenze di istituzioni esterne. È l’impegno d’onore di Fabrizio Viola, dal 12 gennaio 2012 alla guida di Rocca Salimbeni, che in questa intervista al Messaggero spiega la strategia per tornare alla redditività.
Viola, la Banca centrale europea consiglia di pagare in azioni gli interessi sui bond statali, il presidente della Fondazione, Gabriello Mancini, e il candidato sindaco del Pd, Franco Ceccuzzi, preferiscono nuovi strumenti ibridi. Che cosa pensate di fare, visto che l’evenienza si presenterà già nel 2014?
«Individuare la soluzione del dilemma è semplice, la sua realizzazione più complessa: dobbiamo ricreare condizioni di redditività tali da consentire il pagamento cash delle cedole. Tutte le decisioni assunte negli ultimi mesi vanno in questa direzione, a partire da quelle sul versante della riduzione dei costi, dove un passaggio fondamentale è stato l’accordo sindacale di fine anno. Solo restituendo alla banca la solidità patrimoniale e la redditività che hanno caratterizzato gran parte della sua storia secolare potremo fare a meno del supporto pubblico».
Con l’ok dell’Europa, il governo Monti vi ha messo a disposizione fino a 4,5 miliardi di euro mentre Mps vale in Borsa 2,7 miliardi: non ritiene eccessivo lo squilibrio tra debito e capitalizzazione dell’istituto?
«Intanto va detto che la richiesta verrà limitata a 3,9 miliardi, funzionali al rimborso di vecchi Tremonti-bond per 1,9 miliardi. Il resto serve a coprire il deficit calcolato secondo i criteri dell’European banking authority (Eba) dovuto prevalentemente alle minusvalenze teoriche sul portafoglio di titoli dello Stato che già nei mesi scorsi ho definito eccessivo nella dimensione e nella durata. A questo riguardo non va sottovalutato un elemento importante: in presenza di una duratura riduzione dello spread, anche il deficit si restringe di conseguenza, così come il fabbisogno di capitale coperto dai Monti-bond».
A fronte del sostegno pubblico, l’Europa chiede un nuovo piano entro giugno: che cosa conterrà di diverso rispetto alle misure già varate dal vostro istituto?
«Non molto, il nuovo piano ricalca sostanzialmente il piano industriale. In più recepisce un aggiornamento dello scenario macroeconomico e finanziario, ma gli obiettivi di redditività e di patrimonializzazione al 31 dicembre 2015 non saranno diversi. Per fare fronte agli effetti di uno scenario più negativo rispetto alle già conservative ipotesi formulate a giugno, abbiamo deciso di accelerare soprattutto sul lato del taglio dei costi operativi».
E sul fronte dei ricavi?
«Per quanto riguarda i ricavi, la banca è fortemente impegnata a incrementare il contributo dei servizi con diverse azioni, tra cui il rafforzamento del modello di business nella protezione dei rischi in capo alle famiglie, il rilancio dell’attività di private banking e l’ulteriore sviluppo del lavoro a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese».
Il risanamento dell’istituto dipende anche dalla variabile spread che insiste sulla montagna (29 miliardi di euro) di titoli di stato posseduti da Mps. Se il differenziale Btp-Bund dovesse tornare ampio, quanta parte degli sforzi attuali verrebbe vanificata?
«Il successo del risanamento sotto il profilo reddituale dipende in misura notevole da noi. Sarà decisiva la capacità della banca di soddisfare adeguatamente i bisogni, vecchi e nuovi, dei clienti e di svolgere la propria attività in maniera molto più efficiente rispetto al passato».
L’Euribor non ha alcuna influenza sulla vostra attività?»
«Certo che sì. Il suo livello condiziona in maniera negativa, in questo momento, l’andamento del margine di interesse. Infatti, circa due terzi dei nostri impieghi sono a medio/lungo termine e indicizzati. Ma è altrettanto vero che, come ho già detto, un andamento positivo dello spread può accelerare il processo di rimborso dei bond di Stato».
A causa dei contratti derivati sui Btp in portafoglio, siete stati costretti ad aumentare di 500 milioni la richiesta di aiuto statale. Quale impatto avrà la rinegoziazione sul margine di interesse?
«Al momento è difficile fare una previsione puntuale. Di sicuro quando avremo rinegoziato tali operazioni l’impatto sul margine di interesse sarà senza dubbio positivo».
A fine 2012 è stato raggiunto un accordo con i sindacati per esodi che riguardano la metà degli addetti del back office inizialmente previsti in uscita. Quale sarà il costo extra delle uscite?
«L’accordo è molto innovativo e prevede che il finanziamento dei prepensionamenti sia assicurato da iniziative di solidarietà a carico di tutti i dipendenti. Pertanto non avrà alcun costo per la banca. Questo elemento, ci tengo a dirlo, è la testimonianza del grande senso di responsabilità di chi lavora nel Montepaschi e, in un momento difficile nella vita della propria azienda, ha scelto di contribuire anche economicamente al suo rilancio».
Il piano industriale della banca prevede, tra l’altro, cessioni importanti di attività per il 2013 e i prossimi anni. In particolare il credito al consumo e il leasing. Dato che si tratta di settori in crisi, con calo degli impieghi, quali sono le prospettive di incasso? E ancora: a che punto sono le negoziazioni per la cessione di queste attività?
«Nelle condizioni di mercato attuali le cessioni di asset non sono certamente agevoli ma neanche impossibili, come dimostra la brillante conclusione della cessione di Biverbanca avvenuta alla fine dell’anno.
E’ il motivo per cui stiamo valutando tutte le opzioni che ci consentano di mantenere la nostra presenza in questi segmenti di mercato attraverso il minor impegno di capitale».
Venerdì scorso il titolo Mps è stato protagonista di un’impennata del 12 per cento e oltre a Piazza Affari. Il mercato e alcuni analisti ritengono sia frutto di ricoperture legate al miglioramento dell’istituto, non teme invece il blitz di qualche investitore?
«Premesso che i flussi di negoziazioni si conoscono solo a posteriori, è probabile che il movimento sia riconducibile a ricoperture giustificate dal restringimento dello spread Btp-Bund e dal rialzo dei tassi monetari».
Rosario Dimito