Umberto Mancini, Il Messaggero 7/1/2013, 7 gennaio 2013
ALITALIA, IL PIANO DEI FRANCESI GIA’ PRONTO
Rush finale per Alitalia targata Air France: la nostra compagnia di bandiera finirà in una holding insieme all’olandese Klm già controllata da Parigi. E’ questo lo schema, il piano dei francesi che, come anticipato dal Messaggero, hanno deciso di accelerare i tempi in vista del 12 gennaio, quando cioè i soci della cordata italiana potranno cedere le proprie azioni sul mercato. Uno sprint a fari spenti per arrivare al traguardo senza intoppi. Parigi, che ha già il 25% di Alitalia, evita comunque di commentare, cercando saggiamente di schivare il fuoco di sbarramento della politica. Peraltro e come prevedibile già partito.
LA RIVINCITA
E’ infatti ancora bruciante il ricordo di quando, eravamo nel 2008, l’intesa per rilevare la compagnia italiana, già siglata dal cda, venne azzerata a causa della resistenza dei sindacati e dalla ferma opposizione di Silvio Berlusconi. A distanza di 5 anni Air France ha l’occasione di prendersi la rivincita. Ma oggi come allora, paradossalmente, la finestra per chiudere la partita coincide con una campagna elettorale accesa. Per questo la riservatezza è massima. Del resto i contatti con la cordata guidata da Intesa e di cui tra gli altri fanno parte Equinox, il gruppo Solido, Riva, Unipol, l’Immsi, Cesare Carbonelli D’Angelo, avviati dalla banca d’affari Lazard, sono a buon punto. L’idea di una scambio carta contro carta con una società quotata piace, anche perché permetterebbe un disimpegno rapido dell’investimento. C’è da sciogliere ovviamente il nodo del prezzo. Ma anche qui le distanze non sono lontane. Air France offrirebbe un concambio pari a 1,6 che valorizzerebbe il pacchetto di Cai il 20% circa in più rispetto al miliardo versato all’inizio. Nelle prossime ore alcuni dei principali soci dovrebbero iniziare ad esaminare a fondo il dossier e, nel contempo, avvieranno una ricognizione a 360 gradi per verificare l’esistenza di altre proposte. Alla finestra c’è infatti Etihad, anche se con poche chance di vittoria. L’obiettivo dei soci italiani è coinvolgere comunque altri vettori stranieri, magari con gli occhi mandorla, anche se appare problematico.
Meno problematica, anzi decisamente in discesa, avviare la completa integrazione con Air France. Un ex amministratore delegato della nostra compagnia di bandiera, che preferisce restare anonimo, ne è convinto: «Il più è stato fatto in questi anni. E’ stata portata a compimento una forte riduzione del personale, sia piloti che hostess, la manutenzione è stata razionalizzata, le rotte sono studiate per portare i passeggeri di Alitalia sugli aerei Air France per tutto il segmento intercontinentale e internazionale».
INTEGRAZIONE PARTITA
Insomma, è il ragionamento, la «fusione è già decollata, come era nella logica del panorama del trasporto aereo». Per questo motivo il nuovo piano di Air France richiama quello già proposto nel 2008. L’ultimo step riguarderà probabilmente un’accentuazione del ruolo di «fideraggio» di Alitalia, che porterà sempre più traffico su Parigi. Nel piano, maggiori collegamenti tra Roma e la capitale francese, il mantenimento degli attuali assetti organizzativi, un ruolo importante per Fiumicino che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe restare l’hub per il Sud Europa. La Capitale sarà salvaguardata in virtù della propria capacità d’attrazione. Destino già segnato invece per Malpensa che avrà una funzione poco più che marginale. Confermata la holding a tre teste, soprattutto per rispettare i vincoli europei sui diritti di voto e valorizzare le peculiarità di ciascuna compagnia. La fusione tout court è infatti vietata dalle attuali normative.
Umberto Mancini