Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 31 Lunedì calendario

LA GUERRA DELL’IVA

La battaglia per conquistare il mercato degli ebook si combatte a colpi di tasse. Sembra infatti che la concorrenza nell’editoria sia viziata da un peccato originale: l’Iva. In Italia un romanzo stampato su carta è tassato al 4 per cento mentre in formato elettronico ha un’Iva del 21. Perché? «Lo impone una norma europea: gli ebook devono essere tassati come dei servizi venduti con transazione elettronica», spiega Cristina Mussinelli, responsabile digitale dell’Associazione Italiana Editori. Ma non tutti i paesi applicano questa normativa. Francia e Lussemburgo hanno abbassato al 7 e al 3 per cento la tassa sui libri digitali, scatenando l’ira della Commissione Europea. Così facendo, infatti, vengono favorite le grandi multinazionali come Google, Apple e eBay, che hanno le sedi europee in nazioni con regimi fiscali vantaggiosi. Guarda caso Amazon, che vanta il primo posto nel mercato degli ebook, ha sede proprio in Lussemburgo. Visto che viene applicata l’Iva del paese in cui è fatta la transazione e non quello in cui avviene l’acquisto, il colosso di Jeff Bezos ha un vantaggio competitivo notevole. Amazon si giustifica dicendo che «paga tutte le tasse applicabili in ogni giurisdizione in cui opera», ma non tutti basta questa risposta. «Così si fa competizione fiscale e non sulla qualità del servizio», dice Cristina Mussinelli. Mauro Zerbini, l’amministratore delegato del concorrente Ibs, ha fatto due conti: «Il loro margine è il 18 per cento in più del prezzo di copertina».