Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 31 Martedì calendario

Alla sorella: «Hai avuto più talento di me» - Ecco la lettera scritta da Rita Levi Montalci­ni da St

Alla sorella: «Hai avuto più talento di me» - Ecco la lettera scritta da Rita Levi Montalci­ni da St. Louis, nel marzo ’61, alla madre e al­la sorella Paola, detta «Pa», raccolta in Can­tico di una vita ( Raffaello Cortina, 2000). di Rita Levi Montalcini Mamma e Pa mie, tra due giorni sarà primavera, ma a St. Louis oggi c’è l’impressione di essere in pieno inverno. Una giornata fredda e grigia. A dir la verità questo tempo mi piace. È l’at­mosfera più adatta per concentrarsi. Ed io ho molto bisogno di concentrarmi. Domani dovrò fare una conferenza agli psicologi del­la Washington University. Inoltre ho da ulti­mare il manoscri­tto del lavoro in preparazio­ne con Piero e pensare a quello più impegna­tivo per Ann Harbor. Come vi ho detto, ho ap­pena scritto l’introduzione e entro un mese dovrò presentarlo per la pubblicazione. C’è da domandarsi se sia giusto adattare la pro­duzione alla richiesta o, in altre parole, pro­durre sotto il pungolo degli organizzatori di simposi che impongono di scodellare lavori a tempo fisso. Non è giusto ma è difficile esi­mersi e rifiutare. Nel mio caso c’è il vantag­gio che mi impone di fermarmi e scrivere. Co­sa che non farei se dovessi seguire la mia in­clinazione. È molto più divertente pensare e fare esperimenti che tirarne le somme e leg­gere gli esperimenti fatti da altri. E tuttavia mi accorgo che questo è utilissimo. Appunto per preparare la conferenza per domani, ho letto molto in questi giorni e nuove idee sono germogliate. Anche se non daranno frutti, al­largano gli orizzonti e impediscono di cristal­lizzarsi su concetti troppo ristretti. È un’esperienza molto simile alla tua,mia Pa, quando lasci le tue tele e mediti sulla pit­tura e altre forme estetiche. Tuttavia sei più dotata di me per questo e ti diverti a scrivere. Per me è per il 90 per cento una fatica e una sudata. Per il 10 per cento è un divertimento. Non c’è dubbio che a furia di scrivere si impa­ra, ed oggi ho assai più facilità di quanta non ne avessi in passato quando Viktor [Victor Hamburger, il professore che la chiamò nel 1947 negli Stati Uniti, ndr ] scriveva in gran parte i miei lavori. Oggi li do a lui da leggere quando sono pronti per inviarli all’editore. Ho passato gran parte della giornata a casa a studiare. Poi sono andata come di consue­to in laboratorio pe­r controllare alcuni espe­rimenti e infine a colazione da Paolo e Silvia. Di tutta la famiglia, quella che oggi è più vici­na­a me è indubbiamente la gentile e sensibi­le Lucy. Silvia è sempre molto simpatica (...) Vi abbraccio con infinito affetto. Vostra Rita St. Louis, 19 marzo 1961