Luca Beatrice, il Giornale 3/1/2013, 3 gennaio 2013
Lady Gaga dal trash allo chic con tanto sesso - Con Art Rock, si intende quella tendenza a riempire di contenuti culturali, in certi casi pretestuosi, la musica indipendente o non ancora approdata al mainstream più commerciale
Lady Gaga dal trash allo chic con tanto sesso - Con Art Rock, si intende quella tendenza a riempire di contenuti culturali, in certi casi pretestuosi, la musica indipendente o non ancora approdata al mainstream più commerciale. Uno stile, da Frank Zappa ai Sonic Youth, ben noto agli appassionati. Finora non si era ancora sentito parlare di Art Pop: un gioco di parole che ribalta il marchio di fabbrica della più commerciale delle avanguardie artistiche. Andy Warhol forse sarebbe fiero di Lady Gaga, che ha scelto Art Pop quale titolo del suo prossimo progetto. Il terzo album della Germanotta, infatti, uscirà entro la primavera del 2013 sia in formato tradizionale sia come applicazione per tablet. Si annunciano contenuti molto audaci e addirittura sperimentali: in fondo l’evoluzione naturale di una performer che non ha mai nascosto le proprie ambizioni artistiche dietro il grande successo popolare. Il disco non è che un aspetto della nuova Lady Gaga, che ha affidato a Terry Richardson la regia di un documentario sulla sua vita. Figlio d’arte, fotografo di culto della scena underground, Richardson è certamente l’autore che più ha osatonei servizi di moda con l’inserimento del sesso esplicito: basti pensare alle campagne pubblicitarie per Sisley di diversi anni fa o al Calendario Pirelli del 2011 trasformato nel set di un film hardcore. Per non parlare delle sue pubblicazioni d’artista, Terry’s World (Taschen) e Kibosh (Damiani), esplicite fino allo scandalo. Capelli e barba corti, tatuaggi sulle braccia, gli inseparabili occhiali Moscot, Terry è stato visto più volte in compagnia di Lady Gaga nelle feste che contano, soprattutto ai party vip della fiera d’arte di Miami in dicembre. Il giorno di Natale lei ha cinguettato su Twitter la notizia di questo film anticipato da alcune settimane dal video di Cake girato da Richardson dove si vede la cantante in bikini mentre si rotola sopra una torta per poi ballare senza nascondere la cellulite sulle cosce, dopo un passaggio nella vasca da bagno. D’altra parte il fotografo ha sempre cercato una rappresentazione realistica e naturale del corpo, senza ricorrere a trucchi di alcun genere: davanti al suo obiettivo anche le top model hanno rivelato i loro limiti di donne normali e dunque accettare il suo punto di vista significa sottoporsi a un trattamento per certi versi impietoso. Lady Gaga ne sa qualcosa, visto che già nel 2011 aveva affidato a Richardson il libro per la data del tour a Helsinki, divertente e dissacrante, con ben poco in comune rispetto ai book live che tanto piacciono ai musicisti rock. Anche del film si sa poco, ed è difficile pensare a un biopic classico, considerando che lei ha solo 26 e lui è ben poco propenso all’agiografia né a costruire monumenti. Quel che è certo è che nel panorama del Pop di consumo nessuno quanto Lady Gaga ha insistito nel mettere in piedi collaborazioni con artisti visivi di grande livello internazionale, da Hirst a Vezzoli, da Araki a Frank Gehry e ora lo stesso Richardson. Tutto questo mentre la critica più accademica continua a considerarla un fenomeno passeggero. In realtà è una ragazza molto attenta a percepire i messaggi che le vengono dal mondo «alto» dell’arte contemporanea, una spugna che assorbe idee e visioni di un universo solo apparentemente slegato dalle sue canzonette. L’astuta Germanotta ha giurato amore eterno a Richardson: lei gli regala popolarità, lui le regala lo status di artista di culto. Una perfetta operazione di Art Pop.