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 2013  gennaio 03 Giovedì calendario

Arriva la contromossa di Bersani: scippa un professore ai professori - Nichi Vendola e Stefano Fassina che rispondono per le rime, e con gli interessi, all’ac­cusa di essere conservatori

Arriva la contromossa di Bersani: scippa un professore ai professori - Nichi Vendola e Stefano Fassina che rispondono per le rime, e con gli interessi, all’ac­cusa di essere conservatori. Pier Luigi Bersani che gli fa la guerra con la candidatura di Carlo Dell’Aringa, giuslavori­sta che tutti davano per mon­tiano o comunque moderato e di area cattolica. Insomma, co­me era prevedibile, a intralcia­re la strada al Mario Monti ver­sione 2.0 (quello politico) è la sinistra, soprattutto quella che il premier in carica sembra già avere scelto come alleato per il post ele­zioni, cioè il Pd. A creare problemi al premier non sono tanto gli attacchi diret­ti, come quel­lo del leader di Sel. Ieri Vendola ha detto che c’è «un antico riflesso autoritario nelle parole del premier Monti che pensa che difendere i lavo­ratori sia un atteggiamento conservatore». Poi il massimo dell’infamia per un esponente della sinistra estrema: «Sta oc­cupando tutti gli spazi radio­tv, da mattina a sera. Non dice barzellette come Berlusconi. Ma ha imparato benissimo co­sa sia l’uso e l’abuso dei mass media». Nemmeno l’ironia di Stafano Fassina, altro espo­nente «conservatore» della si­nistra secondo Monti, può ave­re­condizionato il nuovo impe­gno del premier. «Per i livelli di reddito- ha detto il responsabi­le economia del Pd - la lista Monti somiglia sempre più al­la lista Rotary». Decisamente più dolorosa per Monti e i partiti che lo so­stengono, la concorrenza del Pd, che ieri si è manifestata con la candidatura nelle liste del Partito democratico di Del­l’Aringa. La notizia dell’inclu­sione dell’economista della Cattolica di Milano nelle liste del primo partito della sinistra è arrivata attraverso una nota nella quale il professore ha det­to di condividere «in tutto l’idea del segretario Bersani di costituire una solida maggio­ranza, dialogante con le forze moderate di centro, necessa­ria per coniugare il necessario rigore del bilancio pubblico con una politica che vada mag­giormente incontro alle esi­genze delle famiglie, del lavo­ro e delle imprese». La notizia è stata accolta con sorpresa negli ambienti centri­sti, un po’ perché molti dava­no i­l professore come vicino al­l’attuale presidente del Consi­glio. Ma anche perché un anno fa Dell’Aringa era il candidato al ministero del Welfare, ma Monti gli preferì Elsa Fornero a causa dei veti sul suo nome provenienti proprio dalla sini­stra e, in particolare, dalla Cgil, che lo considerava trop­po vicino alla Cisl. Ora si candi­da nel Pd e i riformisti, che ave­vano appena perso Pietro Ichi­no, hanno potuto tirare il fiato. Dell’Aringa, ha commentato ad esempio Enrico Letta, «sarà la nostra punta di diamante» sui temi della crescita e del la­voro. Bersani ha detto che Del­l’Aringa «renderà più forte il nostro impegno sui grandi te­mi sociali e del lavoro. Voglio ringraziarlo davvero per la sua disponibilità». In realtà la sua candidatura rischia di complicare i giochi di Monti. Ieri, dietro il silenzio dei centristi, si nascondeva tut­ta l’irritazione per l’invasione di campo di Bersani. E si co­minciava a ironizzare su un Dell’Aringa ministro, in una coalizione con dentro Vendo­la. Lui che sulla riforma del la­voro del ministro Fornero ha posizioni simili a quelle del Pdl,visto che ritiene limiti l’oc­cupazione perché ha inserito troppi limiti alla flessibilità in entrata.