Stefano Bucci, Corriere della Sera 03/01/2013, 3 gennaio 2013
COSI’ TORNIAMO A VIVERE SOTTOTERRA. LE DIECI CASE PIU’ BELLE DEL MONDO
La star del pallone
Disegnata da Make Architects come abitazione per l’ex stella del football inglese Gary Neville (foto) nella contea di Bolton
(Nord Inghilterra),
la struttura è stata pensata per mettere insieme modernità e sostenibilità
La casa del futuro (non solo quella dei ricchi capaci di spendere miliardi di sterline per un lussuoso bunker a Londra, dalle parti di Belgravia oppure a Notting Hill) potrebbe essere in quello che veniva un tempo bollato come sottosuolo o sottoscala. E così dopo che, lo scorso novembre, il Guardian aveva raccontato di nuove dimore (come quella del magnate russo Leonard Blavatnik) a ventidue metri sotto il livello del mare con tanto di piscine, quindici camere per ospiti, gran salone da ballo, cinema privato (oltre naturalmente a un faraonico garage) è arrivata la lista delle dieci case underground «più spettacolari» del mondo. Degne di essere paragonate (come è successo a suo tempo alla villa a Kensington Palace Gardens, la strada più costosa di Londra) al Taj Mahal e di essere battezzate appunto Taj Mittal in onore del proprietario, Lakshmi Mittal.
Quali sono, dunque, le case dove sarebbe bello vivere sottoterra? Quella di una ex stella del calcio come Gary Neville (firmata dal gruppo Make Architects): un grande spazio nella contea inglese di Bolton, a nord ovest di Manchester, con sale e saloni costruiti utilizzando materiali locali perfettamente ecosostenibili, con tanto di pannelli fotovoltaici e turbine (valore attuale della proprietà 10 milioni di sterline). O quella di Vals progettata da SeARCH con il gruppo Christian Muller Architects: «Frutto di una scelta necessaria per non turbare l’equilibrio del paesaggio» (anche in questo caso si è utilizzata la pietra locale). E poi ci sono il motel di Woodlyn Park in Nuova Zelanda (definito con orgoglio dai proprietari come il primo Hobbit-motel del mondo): stanze spaziose (persino con qualche eccesso decorativo di troppo) scavate direttamente nella collina e capaci di accogliere fino a sei persone; una delle casette dell’eco-village sulle montagne del Galles messo in piedi nel 1993 da una comunità religiosa (22 adepti) ma scoperto sono nel 1998. Nello stesso elenco compaiono il set del Signore degli Anelli (in Nuova Zelanda); il Bella Vista Hotel (primo Klima Hotel d’Italia, a Bolzano) disegnato da Matteo Thun; la casa scavata in una caverna a Festus, Missouri; il villaggio di Peter Vetsch a Dietikon, Svizzera; la Malator House in Galles; la Aloni House nelle Cicladi.
Dunque, le case sotterranee non sono più uno sfizio per ricchi. Anzi possono in qualche modo rappresentare un’alternativa ecologica e sostenibile a tanti progetti inutilmente faraonici. Spiega Mario Cucinella (primo architetto italiano a vincere nel 2009 un premio MIPIM nella categoria green building con il Centre for Sustainable Energy Technologies a Ningbo, in Cina, e di rivincerlo due anni dopo con la sede della 3M alle porte di Milano) che le nuove tecnologie «permettono di creare architetture sotterranee a costi sempre più ridotti permettendo una climatizzazione perfetta». Secondo Cucinella, che sta attualmente lavorando alla realizzazione nell’ambito di un progetto dell’Unesco di una casa accoglienza per donne in Cisgiordania da realizzare anch’essa underground, «i problemi sarebbero altri: quelli di un terreno che dovrebbe essere malleabile, come il tufo, e non certo il granito». Sottolineando come non si tratti di una storia nuova: oltre alla Casa del Ritiro spiritale di Siviglia, Spagna, di Emilio Ambasz (progettata nel 1975 e costruita nel 2004, «un lavoro pionieristico che riconcilia architettura e natura») basterebbe pensare ai Sassi di Matera o al villaggio tunisino dove George Lucas aveva girato uno degli episodi di Guerre Stellari.
Stefano Bucci