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 2013  gennaio 03 Giovedì calendario

SUPERMARIO IN VERSIONE TV

RISPETTO all’ultimo Berlusconi con il Borsalino a falde larghe sulla testa, il Monti radiofonico con le cuffione sulle orecchie trasmette un’immagine esteticamente appena più accettabile, ma la notizia è che il gran torneo della comunicazione e dell’immagine elettorale è ormai partito e chissà verso quali orizzonti mediatici andrà a sbattere.
IL PROFESSORE poteva infatti evitare di farsi riprendere come un novello Dj nello studio di “Radio anch’io”, mentre come tutti gli artisti pop, per sopravvivere a se stesso il Cavaliere è costretto a somministrare al suo pubblico sempre qualche inattesa novità anche in termini di abbigliamento e accessori; e per la delizia delle gallerie fotografiche in questi anni si sono visti giubbotti paramilitari e tute di pregiato cachemire, colbacchi di pelo e copricapi tipo Panama, foulard e bretelle.
Monti per ora resta in giacca e cravatta, quando durante una riunione internazionale i potenti del mondo in vena d’informalità l’hanno in pratica obbligato a togliersele rimanendo in camicia o indossando un golfino, per giunta azzurro, faceva l’effetto di un gracile uccellino. Che vorrebbe essere un modo, anche poetico, per dire che senza giacca e cravatta perdeva autorità, la sua vera risorsa.
Eppure da un po’ ha preso anche lui non solo a battere gli studi televisivi, ma siccome deve aver capito che la tv è un mezzo eminentemente drammaturgico e comunque spettacolare, per cui non basta parlare da un piedistallo come un libro stampato, e insomma l’altro giorno a “Uno-Mattino” si è visto il tecnocrate e nemico del buonismo indossare con slancio una certa sciarpa magico-solidaristica di Telethon, la quale ha il potere di assegnare a chi la indossa, specie se dinanzi alle telecamere, una cospicua e sicura riserva di bontà.
Ora, è giusto anche ricordare che in quella tele-cerimonia il presidente del governo dei Sapienti ha fatto anche un po’ il piacione con la graziosa Elisa Isoardi che gli recava il celeste e benefico indumento. Nulla di paragonabile agli innumerevoli siparietti con cui nel corso di un ventennio Berlusconi ha sfoggiato la sua irrefrenabile galanteria nei confronti di telegiornaliste, annunciatrici, dottoresse, campionesse, missitalie e tutte le altre rimarchevoli presenze femminili che i vari tenutari dei salotti allestivano per umanizzare la gloria televisiva di Sua Maestà in Italia e all’estero, giacché il Cavaliere risulta aver chiesto in diretta il numero di telefono pure a una annunciatrice inaugurando la neonata tv tunisina del suo amico Taraq Ben Ammar.
Ma insomma: anche Monti sembra aver gradito, televisivamente parlando gli brillavano gli occhietti dietro le accademiche lenti, oggi sarà di nuovo a “UnoMattina”; e perché non si pensi che sono malignità o pettegolezzi o comunque un approccio frivolo rispetto ai “veri problemi del paese”, come li chiamano i conduttori, a loro volta provetti somministratori di telegnocche, e insomma: per prevenire seriose obiezioni ci si potrà sempre schermare dietro la più vasta bibliografia a proposito dell’attuale primato delle emozioni sui ragionamenti e della seduzione sulla persuasione in campagna elettorale.
Il raid televisivo di Monti, o se si vuole l’inseguimento, è dunque nella forza delle necessità. Queste forse imporranno al personaggio di farsi “un po’ più pop” attenuando la tendenza di porgersi ai teleutenti ex cathedra. Per undici mesi il premier si è proposto come scienziato, educatore e terrorizzatore della crisi, quindi unico teorico dello stato di eccezione necessario, anzi indispensabile per venirne fuori: «Quando parla – ha sostenuto Carlo Freccero – avverto lo Spirito Santo che gli trasmette la Bce». Meglio se in scena da solo sotto un fascio di luce, fino a ieri il Monti presidente necessitava di fondali oscuri e inquadrature appena ravvicinate; incarnando il principio di ragionevolezza dei numeri e perciò dell’economia non ammetteva né interruzioni, né dubbi, né vocìo circostante. Rari sorrisi e quel tanto di ironia o di understatement che «una volta conquistata l’attenzione degli studenti – è sempre Freccero – gli accademici si concedono con narcisistiche parentesi per alleggerire il loro discorso».
Ma adesso il Monti candidato deve cambiare registro, e non solo perché come al solito senza chiedere permesso Berlusconi ha cominciato a fare il diavolo a quattro in tutte le emittenti dell’Italia profonda puntando i cannoni su di lui, “il leaderino”, «si capisce che deve salire dato che stava più in basso», la «congiura internazionale» e via attaccando. Ancora non è dato sapere se il professore avrà consulenti, guru, spin o altre diavolerie comunicative. Il fatto che per il logo tricolore e il nome della sua lista abbia scelto l’agenzia preferita di Nichi Vendola, la Proforma di Bari, e cioè la più originale, innovativa e scanzonata che ci sia non sembra in questo senso un elemento scontato e perciò trascurabile.
Vero è che la comunicazione, specie televisiva, ha regole proprie che con la democrazia c’entrano fino a un certo punto - e con lo spettacolo invece moltissimo. Di norma la qualità si prende beffe sulla quantità. Il fatto che Bersani, a parte un tragico video di auguri natalizi, sia fuori dalla giostra dice molto, ma può dire anche bene e magari dirgli anche meglio.