Giovanni Vegezzi, ilSole24Ore 3/1/2013, 3 gennaio 2013
LA CRISI SPINGE I SUPER-RICCHI [ I
primi 100 hanno aumentato il patrimonio di 241 miliardi di dollari] –
Crisi? Ma quale crisi? Per i paperoni del pianeta il 2012 è stato un anno da favola. I 100 uomini più ricchi del mondo sono arrivati, infatti, a San Silvestro con un tesoro da 1.900 miliardi di dollari, ben 241 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Per capire come le misure di austerità, l’aumento delle tasse e la contrazione dell’economia non abbiano colpito le altissime sfere del reddito globale basta guardare al Bloomberg Billionaires Index, indice dei miliardari calcolato in base all’andamento borsistico: ebbene solo 16 delle 100 persone più ricche del mondo hanno mostrato nei 12 mesi un patrimonio in flessione. Ma forse, ancor più significativo – nell’anno in cui la Spagna è entrata nell’occhio del ciclone dei mercati finanziari – è il fatto che il «Paperone» capace di guadagnare di più nel 2012 sia Amancio Ortega, fondatore di Inditex, la holding che possiede il marchio Zara. Mentre la Borsa di Madrid ha fatto segnare un calo vicino al 5%, i titoli del gruppo di Ortega sono schizzati del 66,7%. Certo, i 57,5 miliardi che il patron di Zara ha in portafoglio (aumentato in un solo anno di 22 miliardi) non bastano a raggiungere quello che si conferma il primo della classifica: il magnate messicano Carlos Slim. L’uomo più ricco del mondo (titolo che nessuno è riuscito a toglierli nemmeno per un momento durante gli ultimi 12 mesi) ha festeggiato capodanno con in tasca 75,2 miliardi di dollari (+21,6% rispetto al 2011, per un aumento di 13,4 miliardi), seguito a ruota da un altro habitué di queste classifiche, Bill Gates, che, con un patrimonio in salita di "appena" 7 miliardi, ha raggiunto quota 62,7 miliardi di dollari. Primo degli italiani, è Michele Ferrero, proprietario dell’omonimo gruppo produttore della Nutella, con un patrimonio di 22,1 miliardi di dollari.
«L’anno scorso è stato un grande anno per i miliardari – spiega dal Blackberry John Catsimatidis, miliardario a sua volta e fondatore del gruppo della grande distribuzione Red Apple Group, raggiunto alle Bahamas dall’agenzia Bloomberg – nel 2013 continueranno a cercare investimenti in tutto il mondo e questo darà loro un vantaggio». È proprio la presenza globale di molti gruppi (come Zara e Microsoft) o la diversificazione degli investimenti (come nel caso di Slim) a far crescere i patrimoni. Del resto a livello mondiale il 2012 è stato un anno di tutto rispetto per i mercati: l’indice Msci globale ha guadagnato il 13,2%, mentre l’S&P500 americano si è incrementato del 13,4%. Ma anche nell’Europa stretta dalla crisi, i piccoli e grandi paperoni che hanno scommesso sull’azionario non hanno di che lamentarsi con lo Stoxx 600 in progresso del 14,4%, migliore perfomance dal 2009 soprattutto grazie al programma di acquisto dei titoli di Stato deciso dalla Bce.
In ogni caso, come rivela la classifica di Bloomberg, i festeggiamenti proseguono anche fuori dal podio dei ricchissimi tre Slim-Gates-Ortega: al quarto posto vi è infatti il guru della finanza americana Warrent Buffett, (che di recente, con un patrimonio in crescita di 5,1 miliardi vicino a quota 50 miliardi ha spiegato come i paperoni americani possano contribuire pagando anche un po’ più di imposte); mentre al quinto si trova il "signor Ikea", Ingvar Kamprad, con 42,9 miliardi (+16,6% nel 2012).
Scendendo nella classifica qualcuno che ci ha rimesso dei soldi tuttavia c’è, anche se di certo non è diventato povero. Lo scivolone più grande – dall’ottavo al 75esimo posto – spetta al brasiliano Eike Batista che ha venduto una parte dell’impero delle materie prime perdendo 10 miliardi, ma il tonfo più rumoroso è sicuramente quello di Marck Zuckerberg. Il fondatore di Facebook, quotando a maggio il proprio social network, ha perso sul mercato 5,2 miliardi di dollari. Poco male, però, nonostante la sfortuna sui listini: il 28enne è entrato nel 2013 con un patrimonio superiore ai 12 miliardi di dollari.