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 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

«Che tristezza l’Italia che non ha più grandi» - Buongiorno Mancini, cosa si è portato dietro dal 2012 tra­scorso all’inglese, ovvero in at­tesa di una partita da giocare a Capodanno? «Soprattutto gli ultimi tre mi­nuti di Manchester City-Qpr

«Che tristezza l’Italia che non ha più grandi» - Buongiorno Mancini, cosa si è portato dietro dal 2012 tra­scorso all’inglese, ovvero in at­tesa di una partita da giocare a Capodanno? «Soprattutto gli ultimi tre mi­nuti di Manchester City-Qpr. Uno dei momenti più incredibi­li... Qualcosa che rimarrà nella storia del calcio». Al di là di ricordi personali... «Cosa vuole le dica? Gli euro­pei non mi hanno esaltato più di tanto. Ecco, magari diciamo che nessuno si sarebbe atteso l’Italia in finale. È stato un momento im­portante, Prandelli ha fatto un buon lavoro». Scavi nella memoria..... «Allora dico le Olimpiadi: bel­lissime! Uno spettacolo straordi­nario. Vedi gli atleti più forti di tut­to il mondo, scopri sport che nep­pure sai che esistono ». Oscar ai protagonisti? «La squadra femminile di fio­retto. Sono quasi tutte di Jesi, quindi dei paesi miei, ma al di là di questo sono ragazze che vinco­no da anni, in ogni manifestazio­ne. Straordinarie». Poi, adesso, che lei è cultore della bicicletta ha un occhio di riguardo per gli altri sport... «Appunto, un altro grande è stato Wiggins: ha vinto Tour e Olimpiade. Bravissimo». Torniamo al pallone: che ne dice dell’Italia che in un colpo solo rischia di perdere Pato, Robinho e Sneijder? «Sono situazioni diverse. Non so se sia un bene o un male. Mi spiace per Pato: è cresciuto da noi, perdere uno così giovane è davvero un peccato. Purtroppo, in Italia, siamo ormai abituati a la­sciar partire i bravi giocatori». Destino o incapacità? «Pesa la situazione economi­ca del paese, non permette inve­stimenti. Eravamo abituati be­ne, ma da sette-otto anni stiamo perdendo colpi». Dunque? «Aspettare che passi la tempe­sta. Puntare sui giovani e quan­do p­assa la crisi provare a riporta­re grandi giocatori. Servirebbero più stadi di proprietà: c’è troppa differenza con il calcio di altri pa­esi. Mi mette tristezza vedere il campionato italiano, stadi semi­vuoti. Manca appeal, le società non hanno gli introiti delle squa­dre inglesi e tedesche ». Torneo di basso livello... «Mi sembra il livello più basso di sempre. Eravamo abituati ai più grandi del mondo. Un dispia­cere. Ma spero si possa tornare a primeggiare». Allora ha ragione Capello: Ju­ve forte perchè mancano grandi contenders.... «Si,una volta c’erano giocatori più bravi che rendevano le squa­dre più forti. C’era più competiti­vità. Ma non significa che la Juve non meriti. La classifica dice la ve­rità: in questo momento è la più forte. Napoli e Inter possono competere. Lazio e Fiorentina so­no le sorprese. La Roma può ave­re un grande futuro ». Montella o Zeman: quale cal­cio sceglie? «A me piace quello di Zeman: prima si vedeva di più che la squa­dra era sua. Dico Lazio, prima Ro­ma, Foggia. Sono contento per Montella: è giovane, ha fatto un buon la­voro, gioca bene». E la Juve in Euro­pa? «Il suo girone non era così sem­plice..... È squadra solida, ora si gioca tutto in due parti­te. Forse è meglio. Ha la qualità per far fuori anche le più forti». Tornando in In­ghilterra: siaspet­ta di veder torna­re prima Mou­rin­ho o Cristia­no Ronaldo? «Fossi in loro rimarrei al Real: è il più grande club al mondo. Forse Ronaldo rimpian­ge Man­chester, però mi sembra che costi tanto. Ve­diamo a giugno». Un pro­nostico per la Cham­pions? «La vince il Real». Una sorpresa in Eu­ropa? «Shaktar o Borussia». Una in Italia? «Fiorentina, Lazio o Ro­ma » L’italiano in carriera? «El Shaarawy. Mi ha sorpreso molto. È migliorato tantissimo. Sembra quasi abbia una grande esperienza. È decisivo. Fra l’al­tro, mi sembra intelligente: ti fa arrivare prima. Lo avevo seguito al Padova: non pensavo di veder­lo a questo livello così in fretta». Chi sarà top in Europa? «Chi se non Messi? Uno che ti segna 91 gol in un anno. Però met­to Ibrahimovic e Ronaldo die­tro ». Chi sceglie tra Messi e Ma­radona? «Maradona era mar­cato a uomo, più diffici­le segnar gol. Messi sembra che giochi con i bambini picco­li. Non c’è gran diffe­renza. Però Marado­na ha v­into un mon­diale quasi da solo ». Il top italiano? «Pirlo, nonostan­te l’età, è ed è stato uno dei più grandi al mondo. Ma dietro metto El Sharaawy». L’antijuve? «Conte ha fatto un grande lavoro. La Ju­ve vincerà ancora. Ve­diamo l’Inter. Dopo il successo sulla Juve, pensavo potesse rag­giungerla... Invece». Dallo sport (non solo calcio) ita­liano fuggono pure i tecnici: esercito... «Conta il fattore economico. Ma credo sia un moti­vo d’orgoglio per l’Italia.Da noi si sta bene, è la nazione più bella del mon­do, ma restiamo troppo a casa». Non rischiamo di dissipare patrimo­ni tecnici? «Sarebbe l’ora del lar­go ai giovani: nel calcio e anche in politica. I presidenti devono aver pazienza e non cambiare 66 alle­natori all’anno. Nello sport i no­stri tecnici sono i più bravi ». Giovani? E Balotelli che dice: penso di essere più intelligen­te della norma... «Non l’ho letta,però ce lo dimo­stri. Mario è strabiliante, ragaz­zo d’oro fuori dal campo ma ti mette in difficoltà». È ancora in tempo per non finire male? «Ha l’età dallasua:ha vinto tanto, può vincere moltissi­mo. Ma dovrebbe essere quello che ti fa vincere. Sareb­be un delitto buttare via tut­to. Speriamo capisca». Lascerà Manchester? «Al momento no. Lo sceic­co Mansour ha un debole per lui. Nessuno ha parlato con noi, io ho bisogno di 4 at­taccanti. A giugno può esse­re ». E Mancini dove sarà, cosa augura a se stesso? «Starà qui, nonostante il freddo.Atmosferico,s’inten­de. Spero di ripetere l’anno passato, nonostante lo Uni­ted sia così avanti. Mi augu­ro di lasciare il segno».