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 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

Grasso-Presta: è rissa tra big della Tv - Il botto di San Silvestro è un duello rusticano. Uno scontro al calor bianco

Grasso-Presta: è rissa tra big della Tv - Il botto di San Silvestro è un duello rusticano. Uno scontro al calor bianco. Un guanto di sfi­da tra due supereroi della no­stra Italietta televisiva. Altro che fuochi d’artificio, petardi, trick e track per l’arrivo del 2013. Il botto è una polemicona fuori dai canoni, niente a che ve­dere con quei noiosi conteggi di minutaggi sulle presenze in vi­deo dei leader. È una querelle tra il principe dei critici televisi­vi e il superagente di spettacolo. Aldo Grasso Vs Lucio Presta è ro­ba tosta, roba divertente. Con accuse di imporre velati ricatti a Mamma Rai tipo ti porto un fuo­riclasse che spacca ma fai lavo­rare mia moglie. E controrepli­ca senza sfumature, condite di «coglione» eccetera. Grasso muove dalla sua cattedra del Corrierone. Presta replica sul social network. Grasso è autori­tà indiscussa. Presta è in grado d’influire sui palinsesti di mez­za tv. Insieme con Gianmarco Mazzi, è stato il promotore del­le serate celentaniane su Cana­le 5. In portafoglio ha artisti co­me Roberto Benigni, condutto­ri come Paolo Bonolis e Anto­nella Clerici, è stato l’eminenza grigia degli ultimi Festival di Sanremo, ha curato l’approdo di Flavio Briatore a Sky per The Apprentice . Spiccio e pragmati­co, non ama apparire, ma allar­gare la sua rete. Scientemente, Grasso ha teso la fionda contro il castello. Sembra roba da ad­detti ai lavori, in questo caso ai livori. È duello di potere che ro­vina il Capodanno tra le rarefat­te spiagge malindiane, dove Presta si riposa con moglie chez Briatore. E che provoca un ma­remoto nelle acque di Twitter. Dunque, sabato scorso Paola Perego ha condotto su Raiuno Superbrain , gioco sperimenta­le realizzato in collaborazione con Endemol Italia, che moder­ni­zza i vecchi Cervelloni con ele­menti dei talent show. Dodici concorrenti si sfidano in due puntate che dovranno eleggere la «supermente» sottoponen­dosi a prove di logica e di memo­ria. Se dovesse funzionare l’esperimento diverrebbe un programma vero e proprio. Co­sì, raccogliendo un’audience del 20,4 per cento di share (4 mi­lioni 739mila telespettatori) più che discreto di questi tem­pi, il risultato della prima serata ha dato una certa soddisfazio­ne ai vertici Rai. Ma commen­tando tiepidamente la prova di Paola Perego il sommo sacerdo­te della critica ha scritto che «non dev’essere facile» per lei «condurre, dopo alcune espe­rienze sfortunate: sa che è lì in quanto moglie di Lucio Presta e forse il programma fa parte del ’pacchetto Benigni’. La capia­mo ». Al caldo di Malindi l’attacco a freddo di Grasso ha provocato la reazione fumantina di Pre­sta. Dopo un tweet da film we­stern («Sto pensando da un mi­nuto se farlo o no ») con Red Ron­nie nella parte dell’amico prudente («Non farlo»), Presta ha aper­to il fuoco: «Al­do Grasso quella di oggi non è critica ma solo livo­re. Tutti lo pen­sano ma nes­suno ha il co­raggio di dirte­lo: sei un co­glione, anche nel 2013». A se­guire, altri cin­guettii di analoga violenza («prezzolato»). Sui quali Red Ronnie ha buttato il carico: «La ’critica’ del Corriere che vorreb­be essere lei a dirigere un cana­le TV non ricorda che quando fu direttore di una RadioRai fu cac­ciato ». Italiano zoppicante a parte, la sparatoria era aperta. Gianpiero Raveggi, storico ca­postruttura di Raiuno ha twitta­to che «quando Grasso scende al pettegolezzo maligno scade al livello delle chiacchiere di cortile». Clemente Mimun ha ri­spolver­ato il Sommo poeta con­sigliando a Presta: «Non ti curar di loro ma guarda e passa». Il quale, rivolto al direttore del Corriere , ha minacciato la di­sdetta dei «molti abbonamenti al suo giornale», se Grasso insi­stesse nelle sue accuse. Dal can­to suo, mai sceso su Twitter, Grasso per ora non replica. Ma tutto fa pensare che la faccenda non finirà qui. Per una presenta­trice non può essere una colpa avere un marito manager. E cer­ti rigori possono risultare ecces­sivi. Forse conviene appellarsi alla Cassazione: il gradimento del pubblico.