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 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

Ora l’apocalisse è l’anno col 13 È il gusto perverso della iella - Tranquilli. È solo una sor­ta­di simpatico e inoffen­sivo cupio dissolvi, una fissazione antica, un gioco di so­cietà vecchio come l’invenzio­ne del Babau; ma anche un mo­do per sconfiggere un certo spleen esistenziale regalando­si un brivido a buon mercato o almeno un reflusso adrenalini­co

Ora l’apocalisse è l’anno col 13 È il gusto perverso della iella - Tranquilli. È solo una sor­ta­di simpatico e inoffen­sivo cupio dissolvi, una fissazione antica, un gioco di so­cietà vecchio come l’invenzio­ne del Babau; ma anche un mo­do per sconfiggere un certo spleen esistenziale regalando­si un brivido a buon mercato o almeno un reflusso adrenalini­co. Pestilenze, guerre mondia­li, bombe atomiche, cataclismi naturali, il pop coreano non ba­sta­no a placare la voluttà di spa­vento che alberga nell’animo umano. Ci vuole almeno la fine del mondo per inquietare (un pochino, neh) degli scettici in­calliti come sono diventati lun­go il filo dei secoli gli abitanti del pianeta Terra, cioè noi, mo­destamente. E siccome l’abbiamo appena sfangata, con la profezia dei Ma­ya c­he ci voleva fritti per il 21 di­cembre, ci siamo dimenticati strada facendo che se non fosse stata la padella sarebbe stata certamente la brace. Perché do­po il 2012, anno che si diceva già sfigato la sua parte, essendo un anno bisestile, verrà il 2013, numero che finendo con quelle due ultime, implacabili cifre, solo per questo rappresenta un atroce sberleffo, un esiziale ma­rameo, una mortifera promes­sa per l’umanità tutta, una mi­naccia che più planetaria non si può. Il «13», ragazzi! Roba che neanche il «17»! Altro che anno dello Scorpio­ne o dell’Acquario. L’anno che verrà sarà quello dei Triscadei­cafobici, quelli che hanno im­posto l’assenza del numero ma­ledetto dai bolidi di Formula Uno, del tredicesimo piano in molti edifici degli Stati Uniti, del gate numero 13 negli aero­porti o più semplicemente del tredicesimo posto a tavola. Sto­ria vecchia, visto che già il Codi­ce di Hammurabi, la più antica raccolta di leggi che la storia ri­cordi, è privo della norma con «quel» numero. Lo sapevano anche i Romani, che il 13 era si­nonimo di lutto, di sciagura, di sfiga imperiale. E certo non è un caso, no? che il tredicesimo angelo sia Lucifero, e che a tavo­la, in quella Cena che poi si rive­lò l’Ultima, il tredicesimo com­mensale fosse tal Giuda Iscario­ta… Ma sì, coraggio. Non succede­rà niente neppure l’anno che verrà, forse. Sempre che questo articolo veda la luce sul giorna­le odierno, perché secondo cer­ti alch­imisti la Catastrofe era fis­sata per ieri, Capodanno, e non essendo ancora mezzanotte, nel momento in cui scrivia­mo… C’è chi per sconfiggere l’an­sia, o solo per gusto della sfida alle Potenze del Cosmo, o per farci qualche palanca a spese dei gonzi ha impostato un sim­patico business, intorno alla Fi­ne del mondo. Una famosa Ca­sa automobilistica ci ha fatto una divertente rèclame, con i due famosi comici che -alme­no per scherzo-sarebbe bello vedere colpiti da uno Zot! ultra­galattico in diretta, live, una di queste sere, mentre recitano le loro spiritosaggini accanto ai due Maya impennacchiati che gli siedono accanto. In Messi­co, e zone circonvicine, sulla profezia dei Maya hanno mes­so su manifestazioni, discorsi di presidenti, concerti, fuochi d’artificio, happening. Hanno tirato su bei soldi perfino in Ci­na e in Russia, mentre in Califor­ni­a i fabbricanti di bunker antia­tomici avevano i telefoni arro­ventati, tante son state le richie­ste. E ora? A quando il prossimo appuntamento con l’Apocalis­se? Niente paura, dicono gli esperti del ramo. Ci vediamo a Capodanno del 2017. Garanti­to al limone, dicono i seguaci della «Spada della Fratellanza di Dio», secondo i quali il primo giorno del 2017 il profeta Ga­briele consegnerà la chiave del­la salvezza ai membri del culto, mentre tutti gli altri si attacche­ranno a un enorme, beffardo di­to medio che sovrasterà i cieli del pianeta. E se non sarà il 2017 sarà di certo il 2023, come profe­tizzò san Malachia garantendo che ci saranno solo 112 Papi; e visto che Benedetto XVI è il Pa­pa numero 111… Non sappiamo, sul punto, co­me la veda la Madonna di Me­djugorie. Ma quella di Anguera, a Bahia, in Brasile, non ha dubbi. «La terra si agiterà e dalle pro­fondità verranno immensi fiu­mi di fuoco…», ha fatto sapere. Quando? Di preciso non si sa. Ma certo, quel giorno, saranno cazzi, come prevedevano Ber­nardo di Turingia e Giovanni da Toledo.