Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 30 Domenica calendario

Il coraggio dei giudici francesi bocciata la tassa sui ricchi - Il Consiglio Costituzionale francese, che non è un organi­smo di origine politica, ma terzo e impassibile, ha bocciato la grande idea di Hollande che consisteva nel tassare nella misura dei tre quarti, settan­tacinque per cento, la parte dei redditi che eccedono il mi­lione

Il coraggio dei giudici francesi bocciata la tassa sui ricchi - Il Consiglio Costituzionale francese, che non è un organi­smo di origine politica, ma terzo e impassibile, ha bocciato la grande idea di Hollande che consisteva nel tassare nella misura dei tre quarti, settan­tacinque per cento, la parte dei redditi che eccedono il mi­lione. La Corte ha detto di no, punto e basta. Hollande ha in­cassato e an­nunciato un nuovo provve­dimento in li­nea con i princi­pi richiamati dal Consiglio. L’aspetto po­litico di questa sentenza fran­cese è evidente e ci riguarda. Qui non si trat­ta di protegge­re i ricchi, ma di proteggere un principio che riguarda tutti: laricchez­za, se legittima e onestamente guadagnata, può essere tas­sata ma non perseguitata. E que­sto perché nel mondo occidenta­le, ma persino nella straricca Cina comunista, la ricchezza si produ­ce, prima di essere distribuita, e coloro che producono ricchezza si chiamano imprenditori e se si ammazzano gli imprenditori, o si scoraggia a morte il loro legittimo desideriodiaumentarelericchez­ze proprie e quelle da distribuire, si blocca il meccanismo principa­le che mantiene in vita le nostre economie, specialmente nei mo­menti di grave contrazione eco­nomica, come accade in questi anni. Ma c’è un aspetto ideologico da sottolineare: sia Hollande che Obamae-nel­le intenzioni -Bersani, han­no lanciato una campagnaditerrori­smo populista contro i «ricchi»(non importa se calciato­ri, vincitori di lotterie, imprendito­ri, gangster, cantanti, attori, pro­prietari di aziende…) per sostene­re i poveri. Bersani, durante il suo dibattito con Renzi e con quel­l’aria da gatta morta che prende quando vuol dire qualcosa di in­sopportabile, disse che in fondo governare la crisi non è poi questa cosa così complicata,basta toglie­re u­n po’ di più a chi ha di più e dar­lo a chi ha di meno che, detto così, sembra una cosa da buoni frati con la cio­tola e che invece vuol dire più tasse a patrimo­niale. In America Obama sta affron­tando in queste­ultime ore dell’an­no il nodo scorsoio del Fiscal Cliff che è bloccato proprio perché il partito repubblicano si oppone al principio della tassa sul ricco in quanto ricco e non in quanto co­mune soggetto cittadino che pa­ga le tasse. Obama almeno ha un obiettivomenoideologicodiquel­lo di Hollande e di Bersani: il suo scopo è quello di proteggere il ce­to medio bo­rghese a spese dell’ari­stocrazia del denaro. Dunque po­ne la sua asticella al limite di due­centocinquantamila dollari co­me reddito annuo massimo, pri­machescattilasupertassa. Prote­g­gere il ceto medio è comunque un obiettivo un po’ meno cialtrone di quello generico e populista che,al­la Robin Hood, consiste nel dare ai poveri la testa dei ricchi mozza­ta e inalberata sulle picche. L’aspetto ideologico è molto im­portante in questa vicenda france­se, anche perché la Francia non ha mai dimenticato la sua compo­nente ugonotta, cioè calvinista, dunque quella componente che a noi in Italia manca del tutto che, per tradizione e per convinzione considera la ricchezza onesta­mente raggiunta come il frutto del­la virtù, della superiorità di chi spende il proprio talento, il pro­priorischio, lapropriadetermina­zione, per creare e godere della ric­chezza costruita. Quella compo­nente calvinista, o anche gianseni­sta, in Italia non c’è e vince il rozzo pauperismo per cui un povero è per definizione un buono e un ric­co è per definizione malvagio, il denaro è sterco del diavolo e in de­finitiva impiccare il ricco e fargli vuotare le tasche a testa in giù è uno sport non solo lecito, ma vir­tuoso. E poi c’è da provare invidia nei confronti della Francia per il fatto che abbia una corte - le Conseil ­costituzionale in grado di opporsi a un governo di sinistra e alle sue trovate demagogiche. In Italia questo non è praticamente possi­bile. LanostraCorteCostituziona­le, per sua natura e composizione è di sinistra e serve puntualmente la casa madre che ha generato gran parte dei suoi membri. Ciò che molte volte ha denunciato Berlusconi è perfettamente vero: le leggi approvate in Parlamento da una maggioranza di centro de­stra vengono poi ad una ad una, quelle significative, impacchetta­te e spedite alla Corte Costituzio­nale che le spacchetta e le butta nel cesso. E poiché questo anda­mento non è a doppio senso, ma sempre a senso unico, viene il le­git­timo sospetto che un vizio ideo­logico guidi l’andamento e il com­portamento di un «Conseil» - la nostra Corte- che non si è mai con­quistato la reputazione di impar­zialità di quello francese. Dal punto di vista economico le teorie di Hollande e Bersani, un po’ meno quelle di Obama,consi­stono nella bella trovata di colpire ai livelli più alti, quindi di maggior successo, allo scopo di inseguire il bottino elettorale facile: quello non tanto dei poveri veri, persone da rispettare e proteggere, ma di coloro che amano vivere alle spal­le di uno Stato provvidente come parassiti, legati a tutte le greppie improduttive e ora economica­mente fragili. Assecondare le pul­si­oni rozze pauperistiche e populi­ste, quelle sì populiste, vuol dire minare consapevolmente e in ma­niera ideologica le basi della pro­duzione della ricchezza. E se c’è poca ricchezza prodotta perché si sono appesi les aristocrates à la lanterne , come si cantava nel Ça ira , alla fine ci sarà sempre meno ricchezza da distribuire. Questa ci sembra la lezione francese in una giornata di per sé plumbea e caoti­ca.