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 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

IL COLORE SCELTO DALLA NATURA EVOCA ANCHE IL PARADISO


Il colore più presente in natura è il verde. Non a caso è il colore del Paradiso. A guardare il verde l’occhio si riposa; o, al contrario, a guardarlo troppo, bisogna fissare, subito dopo, un colore opposto. Nelle case dei contadini le pareti delle stanze sono state per secoli tinteggiate di giallo, rosso, azzurro, ocra, per far riposare l’occhio troppo abituato a osservare il mondo circostante: prati, campi, foreste, alberi. La civiltà che ha più omaggiato questo colore è senza dubbio quella egizia, per quanto si tratti di un verde inafferrabile, derivato dalla malachite oppure dal verderame. Gli antichi abitanti della Valle del Nilo usavano chiamare il Mare Mediterraneo «il grande verde». Osiride è il dio che protegge le attività agricole, e il verde è un suo attributo, un verde luminoso, brillante, poiché il verde ha innumerevoli gradazioni: quelle che procedono verso il giallo e l’oro, elementi caldi, da un lato, e quelle che invece vanno verso il vitreo, dall’altro, ovvero verso le gradazioni fredde, tipiche invece del Nord del mondo.

Venere, dea dell’amore, è per i Greci verde, eppure è difficile vedere donne indossare nel mondo classico, e in quello medievale, il color verde, quasi vi fosse un interdetto a usarlo nella colorazione delle stoffe, oltre che un problema tecnico: come fissarlo, senza che sbiadisca o scurisca. Livree verdi indossano i personaggi magici, i coboldi, gli gnomi, gli elfi delle saghe nordiche, ripresi nel nostro universo immaginario nelle illustrazioni romantiche e nei cartoni animati del Novecento. Peter Pan, versione Walt Disney, veste un abitino verde, anche perché appartiene al mondo vegetale: spiritello che vola e si confronta con l’azzurro del mare, dove naviga in tondo il veliero pirata di capitan Uncino, il cui abito reca sempre una bordatura rossa.

In effetti, l’opposto del verde, suo complementare, è il rosso. Presente nei blasoni e nei simboli araldici, il verde è un colore ambivalente; il mondo medievale ama sì il verde, anche se preferisce i colori nobili come l’oro e l’argento, che per noi non sono neppure dei colori, bensì dei metalli. Al riguardo è curioso che, a proposito di ricchezza, si usi l’espressione essere al verde. Verde è il biglietto della cartamoneta sin qui dominante: i dollari, misura aurea della nostra modernità. Nell’ambito delle bandiere e degli stendardi, il verde è il colore dell’Islam, ma anche degli ecologisti, il Partito verde della Germania, in cui s’esprime la radice pre-cristiana, pagana. Dal punto di vista delle tinte, il verde risulta dalla mescolanza di due colori: il giallo, che è la luce, e il blu, che è il suo opposto, l’ombra.

A quale stato della materia appartiene il verde? Solido, aeriforme, gassoso oppure liquido? Al liquido, senza dubbio, perché l’acqua dei fiumi e dei torrenti non è solo azzurra – o trasparente – ma anche verde: il verde degli stagni, dell’acqua ferma. Ma anche il solido è verde: la pietra, appunto, quel verde smeraldo che tutti possono contemplare facilmente in una bottiglia. Il vetro è stato per secoli un elemento raro, prezioso, simile alle pietre che si scavavano nel ventre della Terra. I primi smeraldi sono i vetri del mondo egizio che tendono verso l’azzurro, o verso il verderame. Dipende dalla presenza di polvere minerale. La preziosità del verde smeraldo è quella della luce che resta imprigionata nella materia, che la trattiene e la restituisce come luce colorata.

Nella pittura moderna il verde è il colore più difficile da trattare. Colore per l’occhio e quasi mai per la mano. Sino a quando la chimica ottocentesca non ha prodotto il verde come pigmento, si usavano verdi di origine vegetale, che si ossidano, che tendono allo scuro, al nero, che non si fissano e non durano. Il verde volatile dei pittori rinascimentali veniva dal verderame e dall’arsenico: colori velenosi e pericolosi perciò poco usati. La Natura, che ce lo fornisce così in modo abbondante, non ci ha permesso per secoli di fermarlo, di fissarlo. E mentre il rosso e il blu, i colori più amati in quasi tutte le civiltà moderne, sono di successo da qualche centinaia di anni, il verde non ha ancora goduto di questo prestigio, al di fuori del mondo naturale. Forse per questo è venuto il suo momento, anche se non potrà essere un colore puro – in natura lo è già nonostante le innumerevoli sfumature – ma deve accompagnarsi ad altre materie come nel caso del prezioso smeraldo. Il colore puro è infatti un paradosso, sia fisico che psichico, bisogna sempre accompagnarlo con qualcosa d’altro, ibridarlo, mescolarlo. Ben venga dunque questo verde smeraldo, fondo di bottiglia o pietra preziosa che sia. Ancora non si sa.