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 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

COMETE, NE VEDREMO DELLE BELLE


Il 2013 potrebbe passare alla storia come l’anno delle due super-comete. La prima a solcare il cielo sarà Pan-Starss. Il 10 marzo toccherà la distanza minima dal Sole (45 milioni di chilometri) e gli astronomi prevedono che subito dopo brillerà quanto una stella di prima grandezza. Ma quella che si annuncia davvero come un astro eccezionale è la seconda, battezzata Ison, attesa per novembre. C’è chi azzarda che la vedremo addirittura di giorno perché diventerà luminosa quanto la Luna piena. A Natale dovrebbe essere ancora visibile per tutta la notte in direzione del polo nord celeste.

Pan-Starss è la sigla di un telescopio-robot che scandaglia il cielo in modo automatico. La tecnologia ha infranto l’immagine romantica dell’astronomo che, a prezzo di notti insonni, scopre una cometa e le dà il suo nome conquistando eterna gloria. Anche Ison è la sigla di una rete di telescopi, ma in questo caso a manovrarli c’erano due astronomi dilettanti russi. Niente nome, però...

Con le comete è meglio essere cauti. Indovinare la loro luminosità è sempre un terno al Lotto. Troppi fattori la influenzano: composizione dell’astro, distanza minima dal Sole, eventuali fratture del nucleo ghiacciato prodotte dal calore solare. Nel caso della cometa Ison però le speranze sono ben fondate perché arriva direttamente dalla Nube di Oort, una specie di metropoli delle comete (ce ne sarebbero cento miliardi!) che avvolge il sistema solare fino a grande distanza: un «avanzo» della nebulosa primordiale che diede origine alla nostra stella e ai pianeti. Si tratta dunque di una cometa vergine, nel senso che non è mai passata vicino al Sole e di conseguenza mantiene intatto il patrimonio di gas e polveri necessario per formare una grande chioma intorno al nucleo e una lunghissima coda. Come una farfalla che sfiora la fiamma di una candela, la Ison rischia grosso. Il 28 novembre passerà ad appena 1,8 milioni di chilometri dal Sole. Questa acrobazia ardita dovrebbe portarla a una luminosità straordinaria. Ma c’è il rischio che il nucleo si frammenti, e allora addio spettacolo. Se tutto andrà bene, superata la «boa» del Sole, a fine anno transiterà a 60 milioni di chilometri dalla Terra.

Poiché le comete costituiscono una irregolarità nell’ordine del cielo, gli antichi le consideravano portatrici di sventure. Anche tra i moderni ci sarà qualcuno che penserà: se una cometa porta disgrazie, figuriamoci due. Pura superstizione, che però ha un remoto fondamento scientifico: può capitare che una cometa precipiti sulla Terra, e allora sarebbero guai. Possiamo tuttavia guardare alle comete anche come a riserve di preziose materie prime. Sembra che il nucleo della cometa di Halley contenga una quantità di idrocarburi equivalente a mille anni di consumo di petrolio. Chissà che un giorno non si possa trasformarla in un Medio Oriente spaziale.