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 2013  gennaio 02 Mercoledì calendario

STORIA DI UN GRANDE AMORE


Alla fine del 1948 Ingrid Bergman scrisse una lettera a Roberto Rossellini: «Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo «ti amo», sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei».
Un’offerta (avrebbe detto il Padrino, con obiettivi palesemente diversi) che non si poteva rifiutare. E, infatti, qualche mese dopo il regista avviò le riprese di Stromboli, chiamando Ingrid a coprire il ruolo di protagonista. Nacque così un legame, cinematografico e sentimentale, che destò un immenso scalpore. Sia lui che lei erano sposati.
La storia siamo noi, il programma di Giovanni Minoli (Raitre, lunedì, ore 10,40) ha raccontato il grande amore che legò i due per sette anni, e dal quale nacquero tre figli: Robertino, Ingrid e Isabella. L’America si rivoltò contro l’attrice svedese, che in precedenza aveva interpretato ruoli da santa o da eroina: la considerò persa. La Bergman recitò in cinque film diretti da Rossellini. Fiorella Mariani, nipote del regista, ha ricordato il talento di Ingrid, che ripeteva di non provare emozioni. «Il mio mestiere è come quello del ciabattino. Mi danno una battuta, e io la recito». E padre Virgilio Fantuzzi, critico cinematografico, ha tracciato lo stesso profilo anche per il regista: «Si considerava un artigiano che fabbrica immagini. Non sopportava chi gli parlava di arte».
Spesso sul set lui cambiava le scene e i dialoghi, secondo l’umore del momento. Ma a chi sosteneva che non scrivesse le sceneggiature, ha risposto il figlio Renzo, che ha raccontato di aver trovato negli archivi del padre 16 mila pagine manoscritte, nelle quali descriveva nei particolari le scene dei suoi film. Renzo ha ricordato anche quel che diceva di sé il padre: «L’unico mestiere che ho cercato sempre di imparare è il mestiere di uomo».