Gianni Dragoni, ilSole24Ore 2/1/2013, 2 gennaio 2013
L’AS ROMA FA I CONTI CON IL NUOVO STADIO
ROMA
L’As Roma ha annunciato la costruzione di uno stadio da 55-60mila posti a Tor di Valle. Un progetto che, una volta realizzato, si prevede nella stagione 2016-2017, potrà rafforzare il patrimonio della società e aumentare i ricavi della Magica. Restano tuttavia aperti diversi interrogativi, il principale è finanziario: chi paga?
Ovvero, come farà il club che in Borsa vale 66 milioni, paga in ritardo gli stipendi dei calciatori e ha i conti in profondo rosso a sostenere un impegno che, dalle prime stime, potrebbe costare almeno tra 165 e 210 milioni di euro, secondo la capienza dell’impianto?
Un altro interrogativo riguarda le autorizzazioni urbanistiche: l’area è soggetta a vincoli paesaggistici ed è zona di esondazione del Tevere. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ormai in campagna elettorale, annuncia tempi rapidi, «sei mesi di progettazione e un anno di burocrazia, tra conferenze dei servizi e pareri vari».
Si può inoltre notare che Luca Parnasi, il costruttore che ha vinto il derby dei palazzinari per costruire lo stadio della Magica su un’area nella sua disponibilità, ha rapporti d’affari con un altro candidato al Campidoglio, il costruttore catto-dalemiano Alfio Marchini.
Oggi si potrà misurare la reazione della Borsa all’annuncio dello stadio che il presidente della Roma, James Pallotta, ha fatto il 30 dicembre dalla Florida. Le azioni As Roma hanno chiuso l’ultima seduta del 2012 in calo dell’1,15% a 0,4987 euro. Rispetto all’inizio del 2012 hanno perso il 6,96%, ma negli ultimi sei hanno recuperato il 25%, dunque le azioni giallorosse sono ad elevata volatilità. Il prezzo è inferiore del 26,4% a quello di 0,6781 euro per azione pagato dalla nuova compagine (i soci americani con Unicredit) il 18 agosto 2011 per rilevare la Roma dal tandem Sensi-Unicredit. Attualmente la Neep Roma Holding Spa, la società tra americani (al 60%) e Unicredit (40%), possiede il 78% del capitale della società di calcio.
La Roma ha chiuso il bilancio consolidato al 30 giugno 2012 con una perdita di 58,47 milioni e un patrimonio netto negativo di 52,46 milioni. Il club ha bisogno di una ricapitalizzazione robusta, ma l’aumento di capitale da 80 milioni annunciato dalla nuova proprietà viene continuamente rimandato. In maggio americani e Unicredit hanno iniettato nelle casse di Trigoria 50 milioni, come anticipo di una futura ricapitalizzazione. Ma questi soldi ormai sono finiti.
Intanto aumentano perdite e debiti. Nei primi tre mesi dell’esercizio corrente, fino al 30 settembre 2012, le perdite consolidate sono aumentate da 9,8 a 16,86 milioni. L’indebitamento finanziario netto è aumentato da 54,7 a 71,6 milioni tra il 30 giugno e il 30 settembre, quando c’erano anche debiti verso il personale per 20 milioni, in larga parte per stipendi arretrati. Il debito è tutto con una sola banca, Unicredit, che tiene a galla la Roma "americana", per alcuni di fatto è il vero "padrone" della Roma. La banca ha in pegno il marchio della società.
Unicredit, insieme alla Bnl, è la banca che finanzia Parnasi, la cui holding, ha scritto L’Espresso, ha un debito netto superiore a 400 milioni a fronte di 150 milioni di ricavi. Un terzo del capitale della holding di Parnasi, la Parsitalia Srl, è intestato alla Servizio Italia, la fiduciaria della Bnl. E il 62,67% di Parsitalia è intestato alla finanziaria Figepa Srl, il cui capitale è tutto intestato alle fiduciarie delle banche, Servizio Italia di Bnl (il 99%) e Cordusio di Unicredit (1%). Difficile negare che le banche abbiano la regia dell’operazione stadio.