Rossella Cadeo, ilSole24Ore 31/12/2012, 31 dicembre 2012
IL TESORO DELLE RIMESSE: PIÙ DI 39 MILIARDI «EMIGRANO» DALLA UE
La crisi di questi ultimi anni non ha frenato le rimesse degli immigrati sparsi nei Paesi europei: dal 2008 al 2011 l’importo totale del denaro inviato verso altri Paesi (Ue ed extra-Ue) ha superato i 39 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 19 per cento. Lo segnala una recente ricerca della Fondazione Leone Moressa, realizzata sulla base di dati Eurostat riferiti alle transazioni effettuate tramite canali formali e dunque rintracciabili (con l’esclusione quindi dei passaggi brevi manu o comunque in grado di sfuggire al monitoraggio).
L’analisi
L’ammontare delle rimesse varia in misura proporzionale al numero di immigrati presenti (e in grado di guadagnare) sul territorio dei diversi Paesi: a distinguersi sono in particolare Francia (poco meno di 10 miliardi di euro transati nel 2011), seguita da Italia e Spagna (oltre 7 miliardi), quindi da Germania (quasi 3) e Paesi Bassi (1,5). Non cambia invece la "macro-destinazione" prevalente delle somme inviate all’estero: per quasi tre quarti, il 73%, ossia 28,5 miliardi circa su 39, prendono la strada dei Paesi extracomunitari. In Italia questa percentuale supera addirittura l’83%, mentre in Francia e Germania la quota è meno sbilanciata (intorno al 65%).
Anche sulle rimesse, tuttavia, la difficile congiuntura economica in corso da quattro anni ha fatto sentire i suoi effetti: dal 2008 al 2009 - il biennio in cui si è innescata la fase finanziaria più dura – hanno registrato un calo del 7%, mentre dal 2009 al 2010 sono tornate a crescere (+25%) così come dal 2010 al 2011, anche se solo del 2,3 per cento.
«Non si deve pensare che gli stranieri siano stati colpiti meno pesantemente dalla crisi – osserva Marta Cordini, ricercatrice della Fondazione Moressa –. Bisogna infatti considerare che l’ammontare pro capite delle rimesse inviate dagli stranieri ha sempre costituito una cifra modesta e opportunamente calibrata sulle entrate, in modo da poter essere garantita in maniera continuativa. È inoltre probabile che gli stranieri ricorrano ai propri risparmi pur di inviare denaro al Paese d’origine, per il quale la voce "rimesse" costituisce spesso un’entrata fondamentale. Infine, le differenze tra i Paesi e le variazioni da un anno all’altro possono dipendere da molti fattori, tra cui i costi delle rimesse, sui quali la Banca mondiale, insieme ad altri organismi, sta conducendo una campagna per promuoverne l’ulteriore riduzione. Ma le rimesse possono generare ritorni positivi anche per il Paese di invio, soprattutto se canalizzate attraverso il sistema bancario e i canali ufficiali».
Dall’Italia
Quanto alle rimesse originate dall’Italia (7,4 miliardi di euro, una cifra pari a quasi mezzo punto di Pil), un ulteriore studio della Fondazione Moressa fa emergere che da Roma (2 miliardi) e Milano (1 miliardo) proviene oltre il 40% del totale complessivamente "girato" nel 2011, mentre le prime dieci città (si veda la tabella in basso) contribuiscono per il 62 per cento. Fra i Paesi destinatari spicca la Cina in tutte le città, tranne Torino, dove sono i rumeni (26,3%) a inviare la somma più elevata di rimesse, e Bologna, dove prevalgono i filippini (19,5%). A livello di macro-aree, la maggior parte delle rimesse provenienti dall’Italia è destinata all’Asia (3,8 miliardi) e in secondo luogo a Paesi europei (1,8 miliardi).