Rodolfo Sala, la Repubblica 31/12/2012, 31 dicembre 2012
“A SILVIO CONVIENE RITIRARSI PERFINO LA COCA-COLA SI È INVENTATA LA VERSIONE LIGHT”
MILANO
— «Non ci può essere un uomo per tutte le stagioni».
Dunque, onorevole Calderoli?
«Berlusconi si faccia da parte, e accetti la nostra proposta».
Sarebbe?
«Faccia il capo della coalizione, tanto lui a Palazzo Chigi si annoia. E indichi un altro candidato. Perfino la Coca Cola, che è il prodotto più venduto nel mondo, a un certo punto si è dovuta inventare la versione light. È lo stesso elettorato del Pdl che si aspetta qualcosa di diverso. Farsi da parte conviene anche a lui».
Lei ha qualche idea?
«Penso che spetti al partito di maggioranza indicare un nome. Io ho fatto quello di Tremonti, ma a loro non va bene. Si potrebbe guardare al di fuori della politica pura».
Per esempio?
«Sto facendo lavorare la fantasia, mi rendo conto che è fantapolitica...
«Coraggio.
«Giuliano Ferrara. È stato ministro con Berlusconi, non ha incarichi di partito. Insomma qualcuno
che possa rappresentare una novità, con l’antipolitica che dilaga ».
Berlusconi da quell’orecchio non ci sente. E neppure Alfano...
«Invece noi insistiamo. E lo sa perché?».
Dica.
«Un mese fa, quando sembrava che si sarebbe votato con una nuova legge elettorale, avrei detto che Bersani aveva già vinto. Ma siccome resta quella vecchia, lo scenario cambia: al Senato, se va bene, il centrosinistra dovrà accontentarsi di un pareggio. E forse sarà addirittura sconfitto».
Perché?
«Monti porta via voti al Pd sul versante più moderato. E Ingroia sulla sinistra. Se il centrodestra si presenta unito, la partita è apertissima.
Forse anche alla Camera».
Ma voi Berlusconi non lo volete.
«L’abbiamo detto, e lo confermiamo».
Neppure se in cambio dà il via libera a Maroni in Lombardia.
«Non c’è solo il problema della candidatura a premier».
Già. Sabato, nella casa milanese del Cavaliere, vi siete un po’ azzuffati.
«C’è un punto irrinunciabile per noi: la proposta di mantenere nelle Regioni del Nord il 75 per cento delle tasse. Non chiediamo la luna, ci sono Regioni a statuto speciale che superano di gran lunga quella soglia: il Trentino è al 95 per cento».
Ma il Pdl non vuole.
«Berlusconi dice che se ne può parlare, ma Alfano e Formigoni fanno un sacco di storie. Posso capire il primo, che difende le Regioni del Sud. Ma l’altro... «.
Come siete rimasti?
«Ci stiamo scambiando delle bozze, io e l’ex sottosegretario Casero. Ma se mi dicono che non accettano, io al prossimo incontro neppure ci vado. Discorso chiuso, ognuno per la sua strada. Noi con Maroni in Lombardia e da soli alle politiche».
Con quale candidato premier?
Tosi?
«Se dovesse andare così, il nome lo deciderà il “federale” fissato l’8 gennaio».
E l’ipotesi di non presentarsi neppure alle politiche?
«Mi sembra difficile, perché si vota lo stesso giorno per le regionali e le politiche. Se in Lombardia perdiamo, non credo si possa fare a meno di avere una pattuglia di
parlamentari a Roma».
Formigoni dice che volete tutto senza concedere nulla...
«Non capisco. Noi vogliamo Maroni in Lombardia, ma accettiamo che Berlusconi sia il capo della coalizione. E gli diciamo di indicare lui il candidato premier. Se vogliono vincere le elezioni politiche devono accettare. E si ricordino bene che il prossimo Parlamento eleggerà il nuovo Capo dello Stato: dopo tanti presidenti di sinistra sarebbe ora di averne uno non dico di destra, ma almeno in mezzo (che non vuol dire centrista). Rifletta bene, l’amico Silvio».
Da uno a dieci: a quanto dà l’accordo
con il Pdl?
«Sette».