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 2012  dicembre 14 Venerdì calendario

PRIMA GUIDA AL VATICANO. TRA LE MURA DELLA CITTA’ LEONINA

Come ci si orienta all’interno della Città del Vaticano? Dove si chiedono i permessi per consultare i documenti dell’Archivio Segreto? E i volumi della Biblioteca Apostolica? Quanti visitatori sanno che con un unico biglietto si può accedere sia ai Giardini che ai Musei e alla Cappella Sistina? E quanti conoscono la necropoli sotto la basilica di San Pietro, dove è consentito l’accesso agli scavi archeologici, purché si abbiano più di quindici anni? Dove si comprano i francobolli? Sono passati quasi cento anni da quando nasceva lo Stato della Città del Vaticano, a seguito del Trattato lateranense firmato l’11 febbraio 1929. E in tutto questo tempo non è mai esistita una guida generale di quello che in termini di estensione è considerato il più piccolo Stato del mondo: 44 ettari, meno di mezzo chilometro quadrato. Una superficie minuscola e al tempo stesso gigantesca se si considera che è interamente occupata da monumenti, musei, giardini. Il Vaticano è da sempre aperto alle visite, ma fino ad oggi, per orientarsi, c’erano solo guide parziali, riservate soprattutto ai Musei. Il resto del piccolo Stato restava sconosciuto e abbastanza misterioso.Ora arriva per la prima volta in libreria una «Guida generale alla Città del Vaticano», curata da Roberto Cassanelli, Antonio Paolucci, Cristina Pantanella e nata dalla collaborazione tra Musei Vaticani, Libreria editrice vaticana e Jaca Book (costo 35 euro). Ma soprattutto scritta da un gruppo di storici, architetti, archeologi, storici dell’arte, esperti di botanica che raccontano anche con aneddoti divertenti la storia millenaria della città dei papi. Si scopre la passione per i fiori di Paolo V, che nella seconda metà del ’500 arricchì i giardini con 470 nuove varietà fatte arrivare dall’Oriente e dalle Americhe. Quella di Pio II e di Leone XIII per la caccia, che praticavano nel bosco esteso su gran parte della collina. Si trovano consigli sugli itinerari da seguire con l’aiuto delle mappe, a partire da quella settecentesca di Giovan Battista Nolli fino alle recenti inquadrature delle foto aeree, che spaziano sui tetti a volo d’uccello rivelando il reticolato delle strade, le geometrie lineari dei palazzi rinascimentali, i segreti dei cortili e dei piccoli giardini racchiusi tra le mura. Da oggi, chi vuole scoprire i tesori del Vaticano potrà cominciare la visita proprio da queste 477 pagine, arricchite da illustrazioni a colori, da notizie pratiche sugli orari d’apertura dei vari siti, da indirizzi e numeri di telefono per chiedere i permessi o effettuare le prenotazioni, dalle indicazioni sui vari book shop. Chi volesse vedere filmati storici sulla vita della Chiesa può rivolgersi alla Filmoteca. Chi ambisse a ricevere dal pontefice una benedizione apostolica su pergamena, troverà l’elenco dei documenti da inviare, insieme alla richiesta, agli uffici dell’Elemosineria. Si scopre, nelle ultime pagine della guida, l’elenco cronologico dei 264 papi e quello delle loro insegne araldiche; una bibliografia generale divisa per località e argomenti; un indice degli artisti che nel corso dei secoli hanno contribuito a rendere immensa la piccola città.Oltre cento pagine sono dedicate ai Musei, descritti con particolari che tengono conto delle novità scoperte con i recenti restauri. Antonio Paolucci, che da quattro anni è direttore dei Musei, suggerisce nell’introduzione un percorso ideale: «C’è una cosa che il visitatore anche di una sola ora deve avere ben presente. I Musei Vaticani sono, prima di tutto e soprattutto, musei di arte antica. I soli marmi e bronzi esposti ammontano al numero davvero stupefacente di 4.416. I pontefici si considerano legittimi eredi della storia romana. L’Urbe pagana era diventata cristiana. I monumenti della civiltà che aveva preparato la venuta di Cristo erano stati santificati dalla Rivelazione. Andavano quindi conservati e valorizzati "ad maiorem Dei Gloriam" e a onore e splendore della Chiesa». Rivela, Paolucci, che in alcuni settori del Pio Clementino, dove è custodita la parte più antica e affascinante delle collezioni vaticane, si può trovare la felicità: «Perché l’accordo fra contenitore e contenuto appare perfetto». Come nello «zoo di pietra» ospitato nella Sala degli Animali: una variegata policroma esposizione di creature domestiche e selvatiche, la Natura abbellita e come trasfigurata dall’ideale classico che nobilita «le forme stesse de’ bruti» come scriveva nel 1807 Ennio Quirino Visconti.
Lauretta Colonnelli