Giovanni Stringa Corriere della Sera 30/12/2012, 30 dicembre 2012
Una leva per rilanciare i consumi o uno strumento per abbindolare i consumatori? Il commercio elettronico, invocato e utilizzato dalle griffe per controbilanciare i negozi semivuoti, è «scivolato» su due dossier dell’Antitrust
Una leva per rilanciare i consumi o uno strumento per abbindolare i consumatori? Il commercio elettronico, invocato e utilizzato dalle griffe per controbilanciare i negozi semivuoti, è «scivolato» su due dossier dell’Antitrust. Si tratta delle prime due istruttorie in cui l’Authority — con la collaborazione della Guardia di Finanza — ha chiesto agli internet service provider di impedire l’accesso a siti web ritenuti lesivi dei diritti dei consumatori. Nel primo caso era già stato disposto l’oscuramento del sito a giugno, con provvedimento cautelare, per quella che l’Antitrust ha definito «vendita illegale di farmaci e in particolare di quelli soggetti all’obbligo di prescrizione medica». «Il sito — ha spiegato ieri l’Antitrust in una nota — è riconducibile ad Alex Broeke e a conclusione dell’istruttoria il professionista è stato sanzionato con una multa di 200 mila euro». Nel secondo fascicolo sono entrate le pratiche commerciali di Private Outlet: un sito francese che vende, con pagine Internet in diverse lingue, articoli di marchi rinomati e a prezzi fortemente scontati. L’Antitrust — continua la nota — ha oscurato in via cautelare il ramo italiano del sito e lo ha poi riattivato per consentire la gestione dei reclami dei consumatori. Secondo l’Authority, «le società che gestiscono il sito Private Outlet Srl e Private Outlet Sas» hanno «fornito ai consumatori informazioni non veritiere sui tempi di consegna dei prodotti offerti in vendita attraverso Internet» e «opposto ostacoli all’esercizio di diritti contrattuali da parte dei consumatori». L’Antitrust ha multato le due società per 240 mila euro. Sempre ieri, nelle stesse ore in cui le agenzie battevano la notizia delle multe online, Federconsumatori tracciava un quadro a tinte fosche di questa stagione di saldi, in generale: spenderemo il 18,8% in meno rispetto a un anno fa, quando il calo era già stato del 19,9%. E per il Codacons i saldi, che dovrebbero partire ufficialmente il 2 gennaio, sono di fatto già iniziati nel 70% dei negozi italiani. Con la crisi, l’obiettivo di negozianti e grandi distributori è tirare su le vendite con saldi e internet. Quello dei consumatori, anche loro alle prese con la crisi, è comprare «sicuro». Giovanni Stringa