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 2012  dicembre 28 Venerdì calendario

QUEI GRANDI AMORI CHE FINISCONO NEL PALLONE

Se la lontananza spegne i piccoli fuochi e rinfocola i grandi, ora Pato e Barbara Berlusconi avranno davvero la misura del loro amore. Il tempo dirà se la coppia più chiacchierata del calcio italiano sopravviverà a un oceano di distanza (e al rimpianto per i 13 milioni di euro in più e le 13 ore di aereo in meno che avrebbe garantito l’offerta del Paris Saint-Germain, appena un anno fa). Sembrava una storia perfetta: lui giovane milionario in carriera, lei azionista miliardaria, il «suocero» che non osa obiettare (e vorremmo ben vedere). Invece pure il legame tra l’attaccante brasiliano e la primogenita di Veronica Lario ascende alla categoria più frequentata da noi mortali, calciatori compresi: gli amori impossibili, o comunque difficili.
La vicenda dell’erede di una grande famiglia che si innamora dell’atleta straniero non è inedita. Nel 1962 arrivò — sempre al Milan, sempre dal Brasile — José Germano, ala sinistra che Nereo Rocco battezzò «bongo bongo», con una battuta che non aveva la protervia di certi leghisti ma non può comunque essere annoverata tra le più felici del Paròn. La contessina Giovanna Agusta, erede della dinastia degli elicotteri, se ne innamorò, ricambiata. Lei però era minorenne. Lui veniva da una famiglia poverissima, ed era nero, in una società ancora lontana dal divenire multietnica. La coppia fuggì all’estero, inseguita dagli avvocati degli Agusta, e riuscì a sposarsi a Liegi, l’11 marzo 1967. Tre anni dopo lui ritornò in Brasile, lei si risposò a Los Angeles con un manager di colore, Charles Acelor, per poi accasarsi con un medico afroamericano, Harold Rushing: «È vero, preferisco i neri ai bianchi, li trovo superiori per bontà d’animo» spiegò la contessa. Molto romanesca invece la storia tra Ciccio Cordova, capitano della Roma, e Simona Marchini, figlia del padrone.
Fu amore vero anche tra Angelillo, uno dei tre «angeles de la cara sucia» (un angelo indio, come Sivori e Maschio), e Attilia Tironi in arte Ilia Lopez, cantante al night milanese «Porta d’Oro». Era l’ottobre del 1958, Angelillo aveva 21 anni ed era un attaccante da 33 gol in campionato. Il suo rendimento ne risentì. Tifosi violenti insultarono lui e inseguirono lei, che per lo spavento perse il bambino che aspettava. Quando poi arrivò Herrera, che non sopportava gli irregolari, Angelillo finì in panchina, poi in tribuna, infine alla Roma.
Allora erano eccezioni. Ai suoi giocatori Boniperti raccomandava: «Sposati, così ti calmi». E loro gli obbedivano (l’ultimo è stato Alessandro Del Piero, che ha sposato la fidanzata della giovinezza). Amori lunghi una vita, talora di più, come quello che unì Gaetano e Mariella Scirea. Il presidente poteva fare eccezione per gli stranieri, tipo Haller, tedesco sovrappeso cui pagava due stipendi, uno da versare in famiglia e l’altro per la vita privata. Negli anni ’80 arrivarono le star e trovarono le città italiane ai loro piedi: la donna segreta di Falcao fu chiamata la Dama Bianca, come ai tempi di Coppi; quella di Maradona ottenne dal tribunale il riconoscimento del figlio, chiamato ovviamente Diego. Finiva il calcio popolare, che come massima trasgressione prevedeva la storia tra Gianni Rivera ed Elisabetta Viviani, interprete di canzoni per bambini, e cominciava la contaminazione tra sport e spettacolo. Se Gullit e Tardelli sceglievano giornaliste, oltretutto pure brave, altri puntarono le veline.
Storie tormentate. Bobo Vieri ed Elisabetta Canalis. Francesco Coco ed Emanuela Arcuri. Simone Inzaghi e Alessia Marcuzzi. Resistono Gigi Buffon e Alena Seredova. Totti e Ilary Blasi, ormai piccola azienda pubblicitaria oltre che famiglia e numerosa. E – per ora – Boateng e Melissa Satta, la coppia più cliccata su Google dopo che si sono lasciati Borriello e Belen, e fino al tormentone Fico-Balotelli, che coinvolge purtroppo un’ignara neonata.
Ovviamente il moralismo è fuori luogo. Calciatori e soubrette, centravanti e cantanti frequentano le stesse trasmissioni tv, hanno gli stessi fan, condividono gli stessi sponsor. E si incontrano. È successo a Beckham e alla «Posh Spice» Victoria come a Piqué e a Shakira, mentre Balzaretti si è sposato con un’étoile dell’Opéra di Parigi, Eleonora Abbagnato. Ma a volte c’è qualcosa che stride, negli scandali veri o montati dalle riviste di gossip, nei ricatti per le foto rubate, nelle confessioni che dietro la maschera della spregiudicatezza nascondono l’eterno gallismo italico: il bel terzino Marangon che racconta di essere stato con sette donne contemporaneamente, Cassano che scrive di averne avute 6-700 («se è per questo Cristiano Ronaldo ne ha avute 800, e conserva tutte le 800 ricevute» chiosò perfido Luca Bottura). Poi, lontano dalla scena, talora la vita complicata dei campioni genera drammi veri. Come quello di Justin Fashanu, primo gay dichiarato del calcio, emarginato dalla Premier League, disconosciuto dal fratello John, morto suicida dopo la denuncia di un diciassettenne che la magistratura aveva già lasciato cadere.
Aldo Cazzullo