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 2012  dicembre 28 Venerdì calendario

STOP UE AL SALVATAGGIO DI CIPRO «GLI AIUTI? AGLI OLIGARCHI RUSSI»

Gli ultimi stipendi degli statali sono stati pagati con i fondi pensione delle imprese pubbliche. Da oltre un anno il Paese non riesce più a finanziarsi sui mercati internazionali. Il rating è «spazzatura», l’attività delle banche paralizzata. L’economia è in pieno smottamento, il debito continua a salire verso il 100% del Pil e la Germania inizialmente aveva fatto sapere che degli aiuti sarebbero arrivati prima di fine anno.
Invece attorno a Cipro tutto tace. Un pacchetto di salvataggio europeo sarebbe già dovuto passare all’Eurogruppo (ministri finanziari dell’area euro), insieme al nuovo piano per la Grecia e a quello sulle banche spagnole. Ma se Nicosia è stata respinta in fondo alla fila non è per dimenticanza. L’improvvisa omissione dell’aiuto per Cipro ha la sua origine in un rapporto dei servizi segreti militari tedeschi, il Bnd, che mostra quanto l’isola sia infiltrata dagli oligarchi russi e dal loro denaro di dubbia provenienza.
Nicosia oggi ha bisogno di un sostegno europeo da 17 miliardi, di cui dieci solo per le banche sull’orlo dell’insolvenza. Salvare queste ultime però significa di fatto garantire i depositi di migliaia di oligarchi moscoviti, da anni impegnati a riciclare nell’isola vastissimi fondi di origine criminale. Secondo il Bnd a Cipro i depositi di cittadini russi superano di poco i 20 miliardi di euro, una cifra molto superiore al prodotto interno lordo dell’isola. Negli ultimi anni, le holding sospette che fanno capo a cittadini russi si sono moltiplicate a decine di migliaia, e si capisce perché: Cipro è nell’area euro, può concedere un passaporto dell’Unione Europea a chiunque sia abbastanza ricco per farne richiesta con solidi argomenti, ma non ha mai imposto seri controlli antiriciclaggio sulle sue banche. È fin da prima dell’ingresso nell’Unione che l’isola è un porto sicuro per il denaro sporco dell’Est nel cuore del Mediterraneo e dell’unione monetaria.
Salvare Cipro così, vuol dire salvare le fortune della criminalità russa: anche grazie ai servizi segreti tedeschi, i ministri dell’Eurogruppo hanno preso coscienza delle dimensioni del problema e subito hanno messo il dossier nel congelatore. Non potranno tenercelo a lungo, se vogliono evitare gli scenari più avversi. Il primo è il default incontrollato e l’uscita di un Paese dall’euro. Ma l’altro, se gli europei abbandonassero Cipro a se stessa, può essere solo il salvataggio di Cipro ad opera di Mosca. Sarebbe uno schiaffo geopolitico per l’Europa: un membro del suo club più esclusivo, l’unione monetaria, tenuto a galla e catturato da Vladimir Putin. Non a caso il presidente russo ha prima offerto un prestito-ponte da 2,5 miliardi ai ciprioti, quindi ha sfidato i leader europei a fare il resto dello sforzo. Il patto fra i ministri dell’Eurogruppo, finora, è stato di tenere in pubblico il segreto sul dilemma dei fondi criminali russi. Per due buone ragioni: parlarne in pubblico rischia di innescare una corsa al ritiro dei depositi che può far fallire definitivamente le banche cipriote. Ma soprattutto, non è facile per i ministri spiegare perché l’Europa rifiuta di assicurare i depositi in banca dei pensionati spagnoli o italiani e dei disoccupati greci, ma garantisce quelli dei mafiosi ex sovietici. Un rompicapo in più per l’area euro nel 2013.
Federico Fubini