Lucrezia Dell’Arti, Io donna, 28 dicembre 2012
Tags : Ingrid Thulin
INGRID
THULIN–
Vita Ingrid Thulin, fronte ampia, naso forte, zigomi alti e sporgenti, labbra lunghe, grandi mani, sulla sua giovinezza: «Sono stata bella, ma non ho più voglia di parlarne. E vedo, certo che la vedo, la distruzione del mio fisico. Ma la vita è la vita e bisogna viverla: e la vita comprende anche la vecchiaia».
Origini Nata il 27 gennaio 1929 a Solleftea, sperduto villaggio svedese ai limiti della Lapponia, infanzia difficile, una volta trasferita a Stoccolma iniziò a recitare a teatro, passò quindi al cinema e grazie a Ingmar Bergman raggiunse un notevole successo.
Nevrosi «Faceva parte, come Von Sidow e la Ullman, di quella compagnia d’arte dai volti memorabili scoperta da Ingmar Bergman: attori interiori, capaci di esprimere qualunque mutazione dell’anima, ogni emozione. La Thulin sapeva trasmettere nevrosi religiose, etiche, anche sessuali» (Maurizio Porro).
Sesso Sposata due volte, prima con Claes Sylwander, poi col direttore della cinematografia svedese Harry Schein, fece scalpore la sua dichiarazione sugli italiani e il sesso in occasione dell’uscita del film Giochi di notte: «Per voi italiani fare l’amore è peccato, da noi i bambini imparano a scuola come si fa. Voi per gelosia ammazzate, noi non divorziamo neppure. Per voi l’erotismo è oscenità, per noi felicità».
Orgia Nel film Giochi di Notte la Thulin, su un immenso baldacchino di seta rossa, partorisce un bambino morto mentre intorno infuria un’orgia.
Bestia L’Osservatore romano, sulle sue dichiarazioni: «sarebbe troppo lungo e forse inutile spiegare alla giovane attrice questioni riguardanti la differenza tra l’uomo e la bestia».
Nudi Quella volta che andò dal marito Schein a raccontargli di esser stata ricattata da un giovane uomo, il quale sosteneva avere sue foto di nudo. E lui: «Ah bene, digli di mandarmele perché io non ne ho».
Fotografi Nel 1970, appena arrivata a Torino per interpretare Il Sogno di Strindberg al Teatro Stabile, chiese di non essere vista da nessuno e convocò i fotografi esattamente tra le 14 e le 14.05 del giorno successivo.
Italia La Thulin, che si trasferì a Roma nel 1972 e qui visse a lungo, insegnando anche al Centro Sperimentale, amava molto l’Italia: «qui si può intavolare una discussione con un vecchietto mai conosciuto. Un caos totale, ma anche un’intima libertà dello spirito».
Sora «Sora Ingrid, come sta bene oggi. Si faccia guardare» (il saluto di una signora del mercato a Campo de’ Fiori)
Ballerina «A sedici anni volevo fare la ballerina. Ho studiato un po’. Poi ho scoperto che a 42 anni sarei dovuta andare in pensione e sono diventata attrice».
Bergman Ingmar Bergman, talmente perfetto e organizzato da aver «tolto il sapore dell’avventura al fare cinema», la scoprì giovanissima e la fece lavorare in dieci film, ma nella sua autobiografia citò la Thulin in sole due righe.