Lucrezia Dell’Arti, Io donna, 28 dicembre 2012
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LOU SALOME–Carretto La foto di Lou Salomé, tutta vestita di nero e con in mano un frustino, seduta su un carretto trainato da Friederich Nietsche e Paul Rée
LOU SALOME–
Carretto La foto di Lou Salomé, tutta vestita di nero e con in mano un frustino, seduta su un carretto trainato da Friederich Nietsche e Paul Rée. I due uomini, cui Lou, appena ventenne, ha proposto un ménage a tre solo per discutere di filosofia, si sono inutilmente innamorati di lei: rifiuta di sposare Nietsche e per cinque anni va a vivere con Rée, giacché l’altro «ha cattive intenzioni» (Legami e libertà, a cura di Francesca Molino, ed. La Tartaruga).
Stelle «Da quali stelle siamo caduti per incontrarci?» (Nietsche a Lou quando la incontra per la prima volta, nella basilica di S. Pietro a Roma)
Nietsche Nietsche, disperato perché respinto dalla Salomé, si mette a scrivere Così parlò Zarathustra. Wedekind, rifiutato pure lui, per vendicarsi pubblica due opere teatrali riunite sotto il titolo di Lulu, in cui racconta di «una creatura senz’ anima, la vera bestia, folle e bella, creata per portare sventura, per sedurre, avvelenare, uccidere, senza lasciare traccia». Rilke, lasciato, si sfoga nei Quaderni di Malte Laurids Brigge e nelle Elegie udinesi.
Cacchina Paul Rée all’amata Lou Salomè: «Sono stufo di non avere un nome! Devi darmene uno». Lei, subito: «Cacchina».
Animale Lou Salomé descritta da Nietsche: ha «lo sguardo dell’aquila e il coraggio del leone» (appena conosciuta); «i seni falsi» e una «moralità effettuale» per cui «il carcere e il manicomio potrebbe essere i luoghi più adatti a lei» (dopo il rifiuto). È, infine «l’animale umano più repellente che ho trovato, l’ho battezzato parassita: non voleva amare e voleva tuttavia vivere d’amore» (Così parlò Zarathustra).
Mela «Mia Lou, odorosa cone una mela annurca» (lettera di Benedetto Croce a Lou Salomé, con cui ebbe un incontro d’amore a Posillipo durato il tempo di una notte).
Ricordi «Immorale qual sono, traggo sempre il più gran piacere dai miei peccati. Posso essere fedele ai ricordi, non alle persone... Infedeltà significa restituire la persona amata a sé stessa, alla vita, alla libertà di svilupparsi. L’alternativa è infedeltà o doppiezza, ambiguità» (Lou Andreas Salomè).
Sesso Lou, fino ai 33 anni vergine, si sposa con Carl Andreas solo a patto che lui non la tocchi mai. I suoi primi amanti sono Pineles, un medico di Praga che la mette incinta (figlio abortito dopo una caduta in giardino) e Rainer Maria Rilke, che così sublima il suo (presunto) primato: «tu, mia notte di giugno con le mille vie,/ su cui nessuno passò prima di me:/ io sono in te».
Dio Lou e Rilke, che si innamorano durante una vacanza a Wolfratshausen e restano insieme quattro anni. Quando l’amore finisce lei gli scrive: «Vai incontro al tuo dio oscuro. Egli potrà per te quello che io non posso più: egli ti può consacrare al sole e alla maturità». Lui muore disperato di leucemia a 51 anni. Lei a 76 anni dopo una vita ancora ricca di passioni e di grandi amori.
Donna «Fosti la più materna delle donne. Fosti un amico, come lo sono gli uomini. Una donna, sotto il mio sguardo. E ancora più spesso una bambina. Fosti la più grande tenerezza che ho potuto incontrare. L’elemento più duro contro il quale ho lottato. Fosti il sublime che mi ha benedetto. E diventasti l’abisso che mi ha inghiottito» (R.M. Rilke, 1910).